"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


lunedì 14 gennaio 2008

Conoscevo una fata dai piedi nudi



Sono rientrato.

La mia polverosa dimora mi aspettava come un gatto vicino al camino. Al caldo e senza alcuna fretta.

Sul tavolo di legno, accanto alle tazze e alle candele, ho trovato una lettera della Fata della Neve.

Una vera e propria pergamena, di quelle sigillate con la ceralacca e scritte con le piume delle oche intinte nei calamai. Raro. Inaspettato, quantomeno.

La letterina è accompagnata da un disegno, a matita. Io che incido un tavolo in un vecchio casone di montagna, anni fa. Davanti a me è seduta, minuscola, una dolce signorina dai capelli corvini, tanto cara a me e alla Fata.

Lo ricordo bene, quel disegno. E ricordo la Fata della Neve intenta mentre tracciava linee sottili di luci e ombre.

Nella lettera mi chiama Orso Saggio. Come durante quelle torride giornate alla Casa Del Cervo, di ritorno dalle passeggiate mattutine a piedi nudi, lungo i sentieri e nei torrenti.

Spera che un giorno, per un caso del destino, quel casone e quel tavolo in legno ci rivedano seduti assieme, a parlare delle avventure del giorno, degli orsi che ci hanno salutati l'anno prima alla partenza e dei camosci che non siamo riusciti a veder partire.

Lo spero anch'io, mia cara Fata.
Con tutto il cuore.




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