"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


lunedì 7 gennaio 2008

Luoghi della memoria, luoghi della vita



Ci sono luoghi che non si scordano mai, luoghi che vorresti non aver mai visto, luoghi dai quali non puoi uscire e luoghi che ciclicamente tornano ad essere necessariamente visitati.


Il mio luogo ciclico sono le sponde di un fiume, e un sentiero, che taglia l'ansa del serpente azzurro per il lungo, creando un passaggio nel tempo e nello spazio, una bolla di fantasia nella quale io sono come sono e nient'altro.


Sono un piccolo bambino che gioca ad essere un cavaliere, che percorre una intricata via della salvezza in nome di tutte le cose buone e meravigliose che ci sono nel mondo. Sempre pronto ad affrontare chissà quali demoni e a farsi rivelare chissà quali verità dalla Grande Quercia e dagli spiriti del bosco.


Sono un ragazzo che si sdraia su un letto di sabbia che non dovrebbe essere lì, sabbia fine nascosta nel bosco lungo un vecchio ramo secondario del fiume, sabbia fresca e bagnata anche in piena canicola, sabbia che ha visto la storia, sabbia comoda per leggere un libro o scrivere un sogno.


Sono un uomo che passeggia per il letto sabbioso di un torrente, in mezzo a rovi e foglie di farnia cadute lo scorso autunno. Immerso nei profumi e nei colori. Immerso nei ricordi e nelle sensazioni calde delle sue mani che affondano nel presente e lo portano alla bocca, per ripescare le energie di un luogo che ritorna di volta in volta a voler essere visitato e onorato.

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