"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


giovedì 22 settembre 2011

Se Il mondo finisce






Il mondo finisce:
raccogli le tue cose e vieni con me.
Stringiti a me e guarda le stelle sparire nel nulla.
È questo il giorno in cui il mondo finisce:
vieni, stendiamoci a letto.

Ti cullerò come un bambino mentre le città cadranno,
saliremo mentre gli edifici crolleranno,
fluttueremo là in mezzo e guarderemo tutto quanto:
in mezzo alle fiamme, avremo le vertigini,
ma l'amore aprirà le nostre ali
e le passioni risorgeranno con le ceneri.

Il mondo finisce, vieni con me.
Daremo fuori di matto e come le anse di un fiume
cominceremo a navigare tra gli incroci delle montagne,
osservandole mentre spariscono nel nulla.
Lo senti? Sta accadendo proprio ora...
In qualche modo, presto sarò lì con te.

Ti assicuerrò stretta come un bambino al suo seggiolino,
e tu mi vorrai così tanto che le tue gambe non reggeranno.
L'amore che provi è tutto l'amore di cui hai mai avuto bisogno.
Ti prenderò con me, bimba, e ti amerò esageratamente,
proprio mentre il mondo starà finendo.

Non preoccuparti di nulla, perché sarò lì con te.
Non preoccuparti di nulla: solo di me e di te, che navigheremo nel vuoto.

Il mondo finisce, presto saremo una sola fiamma.
Il mondo finisce, presto staremo dolcemente facendo l'amore.
Presto ti prenderò da parte e ti dirò:
Guardiamolo sparire, guardiamolo scomparire.
Perché quando il mondo sarà andato, il nostro comincerà.

Nuoteremo nel vuoto.
Ci immergeremo nel vuoto.
Camminerò con te per strade senza sentieri...
Ti porterò sulle cime più alte e molto più in là...
Ti porterò a letto e ti amerò, lo giuro.
Quant'è vero che la fine è vicina.








Libera interpretazione de "When the world ends" di DMB






giovedì 15 settembre 2011

Un pensiero in meno




Mal che vada, una casa l'abbiamo trovata. In realtà ce ne restano cinque da visitare, ancora. Ma l'Uomo Senza Un Dito ha fatto quello che aveva promesso e una piccola reggia ce l'ha trovata.

L'Uomo Senza un Dito non finisce una frase, non risponde ad una domanda, asserisce solo quanto gli fa comodo, ignora i tuoi ragionamenti, cammina lento apposta per lasciarti nel limbo dei suoi silenzi, non permette che si rivolga una libera parola al padrone di casa, salvo i saluti e i convenevoli, gestisce prezzi e costi con tempi e modi suoi, è scontroso e sgusciante al tempo stesso.

Però, la piccola reggia è una casa degli hobbit al terzo piano, nel sottotetto. Due balconi per godere della luce dell'alba e del tramonto, una stanza da trasformare in studio e camera da lettura, due divani in pelle ai quali dovrò abituarmi, una cucina luminosa con le antine pulite, tanto spazio per mensole e librerie, ampio parcheggio e una pizzeria a legna appena fuori dal cortile.

Il prezzo è un dito della mano sinistra ogni tre mesi, ma per qualche tempo possiamo permettercelo.