"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


giovedì 31 luglio 2008

Firmato, Il Torinese Inconsistente



Ciao,

ti ringrazio moltissimo per il tuo invito, che mi ha riempito di allegria. Far parte degli amici che vorresti al tuo compleanno è attestato di una stima che ricambio di cuore e che m'inorgoglisce, anche se fatico a credere di meritarla. Mostrandomi pubblicamente, purtroppo, verrei meno al mio alias di Torinese Inconsistente...


So che sarà una giornata di quelle che poi uno torna a casa e la mattina dopo dice madonna, quasi quasi scrivo un romanzo. Non so se ho reso. Mi piacerebbe venire, davvero. Se tutti i tuoi amici sono come credo di aver intuito, siete una compagnia davvero rara.Fai conto che ci sia anch'io, con una buona birra in mano.

Guarda, intanto ti faccio degli auguri così ingombranti che per portarteli dietro dovrai farti fare il visto alla motorizzazione, poi rinnovo i ringraziamenti da qui alla prossima glaciazione.

In molti ti diranno che i trenta sono una data "importante", di norma alzando entrambe le sopracciglia e facendo la faccia seria. Non dargli ascolto: tutte balle.
E' assolutamente una data gioiosa perché ci dà la scusa per fare un mega festone con annessi sollazzevoli stati etilici, abbuffate gargantuesche e magari, se le congiunture astrali sorridono e gli dei propiziano, spensierate attività pubiche portatrici di soddisfazione fisica e psichica. Le date importanti nella vita però sono ben altre e ognuno ha le sue.


E poi, come dico sempre, ci sono persone che invecchiano, altre che invece si rinnovano, e non è solo un punto di vista, ma una forma mentis. Il Tommaso vecchio è quello di ieri, quello nuovo è quello dell'ora e adesso. O no?


Smetto di annoiarti con le mie manfrine.Divertiti come il Frunzo delle Ande, che non si sa bene cosa sia, ma pochi sanno divertirsi come lui.



Buona corrente.




E come d'incanto, scappano i giorni


Sfuggono, volano, scivolano da sotto i piedi, e si nascondono dentro la mia ombra, alle spalle, per sparire e riapparire solo più in là, dove ormai non posso più fare nulla, se non ammirarle mentre mi guardano ammiccanti, sempre più piccole all'orizzonte.



Sono le giornate leggere, tinte di quel rosso autunnale che pare circondare ogni grande attesa, ogni grande serata, ogni grande partenza.



E allo stesso tempo sono quelle giornate che seguono, senza peso o consistenza, altre giornate cariche di esperienza e traboccanti di eventi.



Sono le Giornate di Mezzo, che vado perdendomi alle volte. Come questi martedì e mercoledì e giovedì. Passati a lavorare sotto il sole cocente, a ramazzare e spazzare, a spostare e riparare una casa nel bosco che forse sarà la sede delle prossime mie fatiche e forse no. Che faticherò altrove. Forse.



Sono giornate passate così, con un occhio che guarda ancora alla domenica slovena - fatta di discese difficili e perfettamente riuscite, nuove sicurezze e momenti di vero incanto naturalmistico - e con l'altro si proietta in avanti - verso un sabato di festeggiamenti anticipati e un martedì volante tutto proteso verso le nordiche lande svedesi.



E come se avessi poco da fare - tra i preparativi della Festa del Trentennale e la partenza a metà tra Anatomia dell'Irrequietezza e Into The Wild - venerdì mattina ho un piccolo grande colloquio, sempre nel settore dei marinai di foresta dediti alla pedagogia interattiva...



venerdì 25 luglio 2008

Isonzo




Il fiume Isonzo, in Slovenia, lo chiamano Soča.



Si dice sia il Fiume di Smeraldo.



Si dice che scendere in canoa tra le sue acque sia la cosa più vicina a volare sulle onde.



Si dice che sia tra gli scenari fluviali più belli e appassionanti del mondo.



Dalle foto non stento a crederci.



Ma da domani, per tre giorni, ne avrò prova tangibile.



Ci risentiamo martedì.






Elaborazioni


Con oggi si è chiusa la stagione alta, la stagione del superlavoro, delle levatacce alle 5 del mattino, delle giornate da 14 ore, delle ore infinite di code da superare passando per i paesini sperduti della Bassa padana.

Ma si è chiusa anche la stagione degli sguardi dei bimbi, delle loro lacrime e dei loro sorrisi, dell'impegno, delle energie incanalate in qualcosa che frutti e che faccia crescere, delle esperienze condivise, delle litigate costruttive, delle spanciate al ristorante, dei genitori in lacrime perchè non si aspettavano una tale partecipazione del figlio, dei giochi di ruolo che strappano ragazzi e ragazze dal computer, delle risate sotto gli alberi, dei bagni in fiume, del relax in riva al lago a parlare per ore dopo il lavoro - fino a vedere il sole al limitare degli alberi.


Si è chiusa una stagione intensa e produttiva, tenace e vigorosa, sfiancante e provante. E - soprattutto - vissuta fino in fondo. Al 100%.


Ora, si bradipa.


A modo mio.

martedì 22 luglio 2008

Crash! Bum! Bang!


Finita la giornata in mezzo al bosco, sfatto e sfiancato come al solito, saluto Lo Spagnolo, che mi ha fatto da spalla anche oggi, raccatto le mie cose e mi dirigo con un piedino dolorante verso la mia buona vettura. In lontananza, noto, un biglietto arancione fa capolino da sotto il tergicristallo. So chi lo ha lasciato, e già sorrido. Un salutino veloce - dice - e un bacino, magari ci sentiamo stasera! Un nuovo sorriso conferma i sospetti. Mi chiedo quando lo abbia lasciato.


Un po' stranito per la sorpresa, alzo lo sguardo sul parabrezza della mia carrozza blu cobalto e, noto, ci sono degli strani riflessi: lì, nel mezzo del vetro, una ragnatela di mille colori e riverberi si stende per quella che sembra essere un'infinità di chilometri. Proprio nel centro, tonda come uno zero e complicata come i corridoi di Hogawrts.


- Ma che strana, questa ragnatela... - rifletto,

- E mincchia ci credo, yo! Es un bozzo miccidiale! - mi fa eco Lo Spagnolo, che ha assistito al ritrovamento.

Ecco, laggiù sul cofano: poco sotto al tergicristallo. Un sasso acuminato si è portato dietro una scia scintillante di scintillosi bijoux di cristallo!

- Ah, diavolo, i marmocchi mi hanno tirato proprio un brutto scherzo, cazzo... - mi dico.

- E non solo quello, a quanto pare! - risponde lui.



Amareggiato, me ne torno a casa ringraziando al telefono per il bigliettino arancione e raccontando del danno (Ma dai - dice - sei sicuro? Io non l'ho visto! Possibile siano stati i bimbi? Domani indago!). Tra le telefonate a seguire, quella dell'assicuratore, che assicura di mandarmi lui da uno bravo che mi sistema il parabrezza sfondato in mattinata senza nemmeno aprire il portafoglio!



Arrivato a casa, preparo la cena e mi si annuncia la visita del Fratellino, in seconda serata.
Campanello, passi sulle scale, la tenda dell'ingresso che si sposta. Gli abbracci, i baci.

Jack fa i lavoretti per mamma, poi viene in salotto e dice, col suo sorriso sornione,

- Ne ho fatta un'altra, stasera!

- Che cosa? - dico pregustando le risate

- Ho tirato il freno a mano una volta di troppo - mentre parla appoggia tutte e due le mani alla sedia, si spinge in alto, e ridacchia

- Ti sei fatto male? - preoccupato, da buon fratello grande

- Ma va'! Ho solo bozzato una macchina parcheggiata... solo che poi siam scappati! - e scoppia a ridere

- Oh, cristo! - e rido

- Sì, va beh, ma adesso torno e glielo dico, che son stato io... Ho fatto la cazzata e mi prendo la responsabilità! - dice deciso

- Dai, vengo anch'io a parlarci - e vado a vestirmi


Il danno non è vistoso e il tizio abita chissà dove, così Jack lascia il suo numero sul parabrezza. Magari il tizio nemmeno se ne accorge, del bozzo. E poi, tra l'altro, la station-wagon sta parcheggiata in divieto di sosta, sulla pista ciclabile, sulla curva dello stop.

Tant'è che torniamo a casa belli contenti, che abbiam fatto tutto quello che c'era da fare.

-Ma allora ci andate in Svezia? - mi chiede

-Eh, ci vado da solo. Ho mollato la Nessie. - confesso

-Cazzo... ma com'è successo? Ma poi non andare in Svezia da solo! Non è pericoloso? - preoccupato, da buon fratellino

-No, chi vuoi che ci sia... e poi dovevo farmi una vacanza in solitaria da un pezzo. Questa è la volta buona. - dico convinto

-Ma parti il 5?

-Sì.

-E torni il 27?

-Sì.

-Lo sai che mi sono licenziato?

-Sì, me lo ha detto papà.

-Dai, allora vengo io.

-Dove, in Svezia?

-Sì - e mi sorride - Non ti prometto nulla, ma ne parlo con L e poi ti do una risposta.

-Ma... sai... dovevo andarci da solo... Ma... Ma... Ma sai cosa penso?



... Penso che se venissi saresti il compagno di viaggio ideale, Jack.
Non c'è niente di meglio che un fratellino ritrovato per ritrovare un po' anche se stessi...



lunedì 21 luglio 2008

Carezze fuori onda




Hey little girl is your daddy home

Did he go away and leave you all alone
I got a bad desire
I'm on fire

Tell me now baby is he good to you
Can he do to you the things that I do
I can take you higher
I'm on fire

Sometimes it's like someone took a knife baby
Edgy and dull and cut a six-inch valley
Through the middle of my soul

At night I wake up with the sheets soaking wet
And a freight train running through the
Middle of my head
Only you can cool my desire
I'm on fire

mercoledì 16 luglio 2008

Progetti a metà... luglio


E' un luglio confuso e veloce, quello che mi sta scorrendo intorno. Quasi che sia cominciato ieri, e invece siamo già qui, a metà del mese. Fortuna che il cielo e le stelle continuano ad essere dove sono. Si ha la sensazione che debbano correre via pure loro, da un momento all'altro...

No, è che sono cambiate un sacco di cose, in queste giornate di sole e pioggia. Così, questa sera, per mantenere la rotta, ho deciso che metto un'altra mattonella sul sentiero della mutazione e finisco una volta per tutte la compilazione delle domande per il Servizio Volontario Europeo.

Una scelta pensata mille volte, solo che questa volta non avrà il sapore di un'occasione buona per mollare gli ormeggi e farsi dei mesi all'estero tanto per andare. Di fatto, ho selezionato solo progetti di educazione ambientale e attività outdoor, completamente in linea con la mia crescita professionale.

Invierò le domande a più di trenta associazioni in tutta europa, dal Portogallo alla Lettonia, passando per il Belgio e la Finlandia. Il problema sarà riusciere a prendere contatto entro la prossima settimana, visto che in agosto sarò in Svezia. Il bando uscirà poi a settembre e la partenza vera sembra sia attorno a gennaio.


Altri dispacci in materia a breve.

lunedì 14 luglio 2008

Ardue imprese





Botte da orbi con il mio passato.


Per capire chi sono stato e chi voglio essere.


Sembra di stare in una locanda di Tortuga,
all'incrocio dei Sette Mari.


domenica 13 luglio 2008

L'ora dei sottintesi rivelati


Sei arrivata da me sull'orlo del cambiamento.

Sei arrivata quando avevo realizzato che il mio problema era non riuscire a stare solo in maniera adulta. Io che ho 30 anni il mese prossimo e in vita mia ho avuto solo due storie serie, una di 10 anni e l'altra di 3. Io che non ho mai conosciuto altro modo di stare con una persona che quello di donarmi completamente e di prendermi cura dell'altro, senza badare alle mie scelte, al mio futuro o al mio presente.


Sei arrivata da me e hai cambiato il cambiamento.

Sei arrivata esuberante e incontenibile, bella e sorridente. E all'inizio ti ho detto Non posso: sto per sposarmi. E ti ho detto Stai attenta, perchè con me è così, io mi prendo cura delle persone, ma non ce la faccio più, voglio cambiare, voglio imparare a prendermi cura di me stesso. E tu No, sei un imbecille perchè così mi perdi.


Ma poi il momento di cambiare è arrivato. E ho fatto la mia scelta. Guardare avanti e darmi da fare per imparare ad essere un piccolo uomo tutto d'un pezzo, sano e robusto, in grado di tenersi in piedi da solo prima di tenere in piedi gli altri.


A quel punto le cose si sono accavallate. Ad un certo punto non dovevo più sposarmi, e tu eri a Milano per la mostra di Munari. E mi sono detto che non mi ero mai lasciato trasportare da tanta passione. Fuoco e fiamme. Come nemmeno gli AC/DC.


E mi sono detto, perchè non provarci ancora? Perchè devo per forza starmene solo se questa volta posso farcela in due? Basta ch'io metta un paletto qui e un paletto lì e che mi butti a testa bassa in questo Slalom Gigante.


E mi sono buttato.

Dio, quanto ho voluto che funzionasse.


Solo che tu stavi lavorando ai tuoi casini, mentre io stavo tamponando i miei. Che spingevano per uscire e per gridarmi nelle orecchie che era ora di crescere, di cambiare rispetto al passato.


E più cercavo di tapparmi gli occhi e le orecchie, più mi costringevi a guardarmi dentro sempre più a fondo, a volte in modo tenero, a volte in modo violento. E mi facevi vedere i miei errori e i bivi sbagliati, ricordandomi i miei demoni.


Più mettevo paletti per non cadere, più ti attaccavi. Mostrandomi, senza volerlo, come avendo scelto te stavo ripiombando nel mio passato, nella mia adolescenza allungata di pusher dei sentimenti.


E allora, vorrei che ti fosse chiaro una volta per tutte, che non è la paura di crescere che mi ha spinto via, ma la paura di restare uguale a quello che sono sempre stato.


La paura di non cambiare.


La paura di non smettere mai di essere il pilastro portante della vita di qualcun'altra, senza la quale la mia vita perderebbe di significato.


Ecco cosa cerco, ecco la mia Balena Bianca. Un significato che sia mio, da condividere; prima di un qualcosa di condiviso che sia il mio unico significato.

sabato 12 luglio 2008

Proprio come nella canzone


Nel mondo io camminerò
tanto che poi i piedi mi faranno male
io camminerò un'altra volta


E a tutti domanderò
finché risposte non ce ne saranno più
io domanderò un'altra volta


Amerò in modo che il mio cuore
mi farà tanto male che
male che come il sole all'improvviso
scoppierà, scoppierà...


Nel mondo io lavorerò
tanto che poi le mani mi faranno male
io lavorerò un'altra volta


Amerò in modo
che il mio cuore mi farà tanto male che
male che come il sole all'improvviso
scoppierà, scoppierà...


E nel mondo tutti io guarderò
tanto che poi gli occhi mi faranno male
ancora guarderò un'altra volta


Amerò in modo
che il mio cuore mi farà tanto male che
male che come il sole all'improvviso
scoppierà, scoppierà


... Nel mondo io non amerò tanto che poi
il cuore non mi far male...




Mi sento un po' come una centrale nucleare alla quale stanno rovistando il nocciolo. Le barre di contenimento alzate, il liquido di raffreddamento svuotato, il nocciolo freddo e denso.



L'Angelo con gli Stivali mi ha parlato, questa sera, con la sua tenera (e necessaria) brutalità. Dice che Ho una energia, dentro di me, che sprigiona affetto e tenerezza, ininterrottamente, 24 ore su 24. E poi, ogni tanto va in corto.


Sì, perchè - dice - ogni tanto incontro una persona speciale che prende questa energia e la fa sua, per viverci, per scaldarsi, per nutrirsi, per volersi bene. E io ne sono felice, e mi sento euforico. Mi sento voluto bene, mi sento accettato. Mi sento utile. In una parola, innamorato. Davvero, innamorato.


Solo che, così come sono capace di donare tutta questa energia, sono anche in grado di essere altrettanto egoista su altre questioni, e comincio a mettere paletti che prima non c'erano, a guadagnare spazi che non mi spettano, a invadere territori che non sono miei. Perchè tanto do' un mucchio di affetto.

Ma non mi rendo conto che così facendo erodo il terreno sotto i piedi delle persone. (n.d.r. Qualcuno a cui ho fatto male dice che è Come portarle in mezzo al Polo Sud e sciogliere tutto il ghiaccio attorno a loro.) Insomma, creo una specie di dipendenza emotiva e affettiva.


E quando ho realizzato che tutto questo donare di affetti e tenerezze non può durare all'infinito perchè il nocciolo si surriscalda ed esplode, allora mollo il colpo. E divento un mostro. Un Ahab sempre in caccia o in fuga, che tanto è uguale. E le persone dalle quali mi strappo via non ci credono, che sia colpa mia, perchè Non può essere. Era così speciale!
Ed è vero. Questo è il dramma.

Pare che, se un problema c'è, è il non avere filtri affettivi, il non riuscire a stare solo e gestire la mia vita senza cercare soddisfazione nella dipendenza emotiva di qualcuno nei miei confronti.

Che - dico io - è una cosa che conosco fin troppo bene. E che ho realizzato/razionalizzato nell'inverno passato, proprio a Città dei Vicoli.



Angelo mio, ammesso che sia così, come giustamente dici tu, questo non succede consciamente, ma in maniera del tutto naturale e indipendente dalla mia volontà conscia.

Perchè quando sono innamorato lo sono davvero, quando sono felice lo sono sul serio, quando ho voglia di fare l'amore e accarezzare i capelli e assaporare le labbra, lo faccio con tutto me stesso. Proprio come nella canzone.

Ed è così che è andata quest'ultima storia d'amore. Questi sei mesi fatti di tenerezze e terreni franati, di amori latenti e dichiarati, di coccole e pianti e sacrifici e tristezze e gioie immense. Una storia straziante e ostinatamente cercata, voluta e desiderata. Nata dall'intreccio di due mani, nei boschi, con i palmi roventi.

E alla fine mi sono girato a salutarla senza nemmeno un bacio, carico della mia vita negli zaini da boschi. Mentre sentivo il suo cuore cadere in frantumi e non sapevo come raccoglierli, dopo averli rotti.

Non dirò se penso di aver fatto bene o male.
Non dirò che so che cosa ho perso.
Non dirò che so che cosa ho causato.
Non dirò nulla. Se non quello che Lei sa già.



















Follie alla Ahab, forse.


Il silenzio, forse, è la condizione che più si addice al momento.




Sono ancora in collisione con me stesso,
e ho appena mandato a picco un'altra nave.

Ho preferito la Balena Bianca, a tutti i costi,
piuttosto che un porto sicuro.


E ora siamo tutti e due alla deriva.

Chi galleggiando sulla bara di Quiqueg,
chi legato al fianco di Moby Dick.




Com'era? Ah, sì...

...

Che Ahab si guardi da Ahab!


...









venerdì 4 luglio 2008

Fin'oltre la metà...


A tre ore e mezza dalla sveglia, ho appena chiuso i bagagli. L'attrezzatura da fiume gonfia a dismisura un'enorme sacca bianca e rossa, regalo inestimabile della sorellina. La tenda, il sacco a pelo e qualche vestito riempiono per bene uno zainone verde scuro, compagno di altrettanta strada.
E per l'eccitazione ancora non si chiude occhio.

Ma la stanchezza si fa sentire. Traghettare bambini e signorotti da una sponda all'altra del Fiume Azzurro s'è fatto dannatamente impegnativo, negli ultimi tre mesi. E mai che mi sia preso uno straccio di stacco degno d'esser chiamato tale. Con tutti gli strascichi emotivi che questo comporta: dai litigi furiosi, alla pace fatta con intensità e trasporto.

Alle 5.00 di sabato si parte per due gorgoglianti giornate nel Paese d'Oltralpe, lungo la Durance e qualche suo affluente. Si rientra domenica sera, per poi partire di nuovo lunedì mattina presto: si farà rotta verso lidi più conosciuti, ma pianterò la tenda fino alla fine della settimana prossima.

In sostanza, qui si rischia di veder arrivare i prossimi dispacci dopo il 13 luglio.


Nel frattempo, quella (tenera) cialtrona della mia ragazza ha avuto la bella idea di prendermi in giro tre giorni perchè le ho detto che i maiali, se ci cadi nel recinto, possono essere pericolosi fino a mangiarti vivo.

Salvo poi ritrattare dicendo che E' vero, lo ha scritto Lansdale in uno dei suoi racconti!

E se lo dice uno che scrive di dinosauri gonfiabili che piangono per andare a Disneyworld... Immaginate voi che credibilità posso avere io nella coppia!







Extra Joint


Quando incontri una persona che in qualche modo ti sembra speciale, lo senti.

Lo senti per la facilità con la quale le parole ti escono dalla bocca.

Per la chiarezza dei pensieri che ti nascono nel profondo.

Per la semplicità con la quale il tempo scorre.

Senza pretese di alcun genere.


Mi piace pensare di averne trovata una, di persona speciale, in questi giorni sul fiume spesi a passare ad altri la mia passione.

E mi piace pensare che sarà l'inizio di una profonda amicizia.


giovedì 3 luglio 2008

Tra noi




C'è che a cercare di mandare avanti una storia con il sottoscritto, prima o poi ci si fa un sacco di male. Perchè o ci si piega ad uno stile di vita che sembra quello del Bianconiglio, facendosi scoppiare l'ulcera ("autolesionismo mucciniano"), o si inizia a sputare veleno su qualsiasi delle mie milleemille attività, mandandomi a quel paese in tempo zero ("pressapochismo tipico delle guerre preventive").

C'è da capire che un marinaio di foresta è un po' come uno tsunami, un'onda anomala che fino a qualche minuto prima non c'era e poi appare all'orizzonte e ti entra subito in casa, riempiendo gli spazi che gli viene naturale riempire e lasciandosi dietro il vuoto pneumatico quando si ritira.

C'è da capire che il mare è bello e piacevole e chi vive al mare fa fatica a vivere senza l'acqua a qualche metro dal balcone, ma: Cazzo lo tsunami no, eh! Che poi c'han ragione a dire: Hai voglia a mettere sacchetti di sabbia!

C'è da capire che mettere insieme una persona che ha bisogno di LASCIARE casa sua per sentircisi dentro, e una persona che invece deve RIMANERCI per sentirsi a posto nel mondo è un'impresa davvero dura.

C'è da capire che cosa vogliamo per la vita. Qui vicino e lì più lontano.

C'è da capire che insieme stiamo bene e ci vogliamo un bene di quelli che Nemmeno l'anima, eppure qualcosa ci fa paura in quello che vediamo l'uno nell'altra.

C'è da capire che cosa siamo disposti a mettere in gioco per guardare le nostre paure in faccia. E come, quando e perchè siamo disposti di metterlo in gioco.


C'è da capire che forse è ora di dormire, che con quattro ore di sonno poi una giornata di fiume viene fuori proprio lunga e difficile...
E poi non si sa nemmeno bene che cosa si è scritto....





Talenti equilibristi


Un'infinità di sole, qualche goccia di pioggia grossa come acini d'uva, l'acqua che scorre limpida e fresca, tra la risorgiva e il corso principale.

Queste giornate di fiume si passano addosso l'una con l'altra come sassolini in corrente.

E nel frattempo ho visto nascere la mia prima vera allieva in canoa: una parte di talento naturale, due di scelleratezza e una di sfida al mondo.

C'è di che esserne fieri, va' là!