"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


giovedì 12 maggio 2011

Passeggiando, in biblioteca.





Questo pomeriggio ho accompagnato una delle ragazze della Ciurma in biblioteca. Andandoci a piedi, nessuna delle altre ha voluto aggregarsi. Così, mentre lei riconsegnava i libri, io ero libero di girare in giro.

La biblioteca è una di quelle traditional-chick, con il wi-fi always-on ma ricavate all'interno di un vecchio pigiatoio francescano, con tanto di torchio medievale da 8-metri-8 ricavato da un unico tronco di quercia. Che nemmeno quello di Santa Caterina del Sasso.

Insomma, è una biblioteca di quelle nelle quali passerei le ore, i giorni, le settimane pure, se solo ci fosse un po' di moquette a terra e un paio di cuscini per appisolarsi tra un capitolo e l'altro.

L'ultima novità è che si sta istituendo l'angolo del book-crossing: tutte le persone che vogliono passano dentro e lasciano giù libri che non usano o non vogliono più. Manna dal cielo!

Mi sono fiondato e ho spulciato. Trovando un anonimo "As Time Goes By - Intant che 'l temp al passa": raccolta di poesie in dialetto novarese con testo a fronte in italiano di una certa Gianna Savoia Agostini.

Apro a caso, e leggo:

"Cernobil"

Cèrnobil: "èrba nera".
Un nom ch' al disa tutt.
Ma 'st'érba spantegà
par l'incuscénsa 'dl'òm
l'è dré ch'la massa 'l mund.

Che ròba lassaruma
ai fioj ch'i vegnaran
quand legiaran che i prà
'na volta éran beì vérd?
e po, guardand i quadar
lassà di grand pitur
i vedaràn che i fiur
gh'avévan cént e cént e cént culur?



Coi tempi che corrono, potevo forse lasciarlo lì?





domenica 1 maggio 2011

Rientro






Stasera, l'aria sopra i tetti ha il profumo dell'uva nera e matura. Un profumo d'infanzia. Un profumo che respiravo a fondo, nascondendomi tra i piccoli filari dietro casa. Un profumo capace d'intrecciarsi a vite tra i capelli e il respiro: dietro al quale qualsiasi gioco si perdeva, qualsiasi ricordo si dissolveva, qualsiasi pianto scompariva. Stasera, l'aria sopra i tetti è fuori stagione. E un po' malinconica.