"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


lunedì 31 maggio 2010

A vicenda






Avventure e persone,
le une con le altre,
si richiamano e ricamano :
tessendo, col filo ambrato delle cose vive,
una trama indistricabile e damascata.

Il risultato è un arcobaleno tra le dita,
che è un po' tela di ragno,
un po' trampolino rimbalzante
e un po' cielo di cotone.



venerdì 28 maggio 2010

Sapori della vita






Tempi così contrastanti e gonfi d'emozioni non si ricordavano da anni. Forse da mai. Si erano alternate esperienze dai sapori più diversi, e la bocca ancora poteva distinguerne i singoli retrogusti.

C'era il sapore pungente del rafano, che riportava alla mente il trauma e la liberazione di una separazione definitiva, di quelle che si trascinano in un interminabile balletto di lividi e unguenti, finché i danzatori non si rendono conto che di quella danza straniante e deliziosa ne stanno morendo.

C'era il sapore morbido dell'imbarazzo, ad incrociare gli sguardi mentre i sorrisi si facevano risate e tutto il quadro si arricchiva d'una mano che arricciava capelli lunghi e castani, mentre l'altra si stendeva sul tavolo in attesa di un tocco fintamente casuale.

C'era il sapore aspro e dolce delle more di gelso, frodate con gli amici in un campo dietro al cimitero d'un paesino di fiume, mentre la luna piena creava ombre profonde e buie: tana e rifugio di centinaia di lucciole, tornate dal paradiso per la nostra meraviglia.

C'era il sapore verde dei fili d'erba, strappati e infilati tra le labbra alla conclusione delle mattinate più intense, passate a camminare e mostrare il mondo piccolo ai piccoli del mondo, quando poi ti sdrai sul prato e senti il mondo che ti sorregge e ti culla.

C'era il sapore conviviale della pizza, annaffiata di chiacchiere infite tra sesso, religione, vizi e filosofie, e di innegabili racconti sugl'amori passati, presenti e futuri.

C'era il sapore dolce dei petali di robinia, che cascavano in mezzo al bosco come neve ancor più lieve, imbiancando i corpi sdraiati e addormentati all'ombra maculata: tra scaglie di sole, radici, formiche e coccinelle.

C'era il sapore deciso del formaggio stagionato, stemperato dal miele di castagno, a ricordare gli entusiasmi ingenui che animano il sottobosco di queste terre, desideroso di farsi sentire con voci nuove e rinnovate.

C'era il sapore dell'incertezza, quello delle scommesse volute e cercate, del baratro sotto i piedi prima di stendere le ali: dannatamente simile al sapore metallico dei baci rubati e mai più restituiti.


giovedì 20 maggio 2010

Nomade è chi lo nomade fa!






Avendo un'indole inquieta e sempre alla ricerca di radici, i nomadi hanno fatto una scommessa. Importante per qualcuno, imponente per altri, azzardata per altri ancora.

La scommessa prevede di non levare le tende per un pezzetto di vita da un certo fazzoletto di terra, stretto tra sei o sette laghi, un paio di fiumi, qualche bel colle e una pianura di risaie e zanzare.

E non solo: durante questa radicata e inquieta ricerca, in quella terra d'azzardi vorrebbero anche infilarci le mani, e provare a cavare sangue dalle rape, trasformare il piombo in oro, sfornare ciambelle senza buchi.

Visto il salto di paradigma verso il radicamento, sarà bene immaginarsi un altro nome, un altro modo di raccontare, un altro modo di vedere le cose... o forse sarà sufficiente mantenersi nomadi dentro?



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lunedì 17 maggio 2010

Emersioni





La sensazione è quella di riemergere dopo una grande apnea, alla fine di un'avventura poderosa.

Penetrati nell'antro oscuro, abbiamo combattuto draghi assassini e farfalle carnivore, ci siamo fatti in quattro per recuperare le pietre magiche e poi, proprio mentre tutto crollava e bruciava di esaltazione, ci siamo tuffati nella baia rumoreggiante e scura - in fondo alla quale una strana luce azzurrognola faceva sperare nella classica via di fuga.

E poi ci siamo ritrovati a galleggiare in pieno oceano, girandoci a guardare il vulcano che si era appena risvegliato - ultimo guardiano di quelle pietre che avevamo sottratto.

E galleggianti, alla deriva, ridevamo e sbattevamo le mani sull'acqua... Per vedere il piccolo clipper amico all'orizzonte. Così abbiamo iniziato a nuotare in quella direzione, con il peso leggero del bottino nella sacca a tracolla.

Uscire da questa primavera è stato un po' così.

Siamo solo all'inizio, gente.


venerdì 14 maggio 2010

domenica 9 maggio 2010

Serendipità di maggio






Città di Corona Tramonti è la città delle sorprese maggioline,
un po' come gli ovetti di cioccolato.
Uno ci va per fare il serio, poi si ritrova a zonzo
perso per mercatini di cose ricettate,
con un vecchio amico ritrovato
a parlar d'amori, d'arme e belle gambe.