"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


lunedì 25 aprile 2011

Buona Festa della Liberazione!







Un bigliettino che vale la pena davvero condividere.


Buon 25 Aprile, a tutti.




Perché la Resistenza è difendere la libertà e la partecipazione. Sempre.


Anche per quelli che festeggiano la pasquetta.









martedì 19 aprile 2011

MoMo




MoMo è la mia innamorata. MoMo ha il cuore imbiancato dal sole, intrecciato con volute di nuvole, ricami di vento e pizzi di pioggia. MoMo è di quelle che se fossero una foglia, sarebbero una foglia di quercia in primavera: un verde smeraldo, chiaro e trasparente tanto da poterci vedere le dita attraverso, quando le carezzi. Un verde smeraldo che spicca nel folto bosco e attira la luce come un forno solare. MoMo si chiama MoMo perché la chiamo sempre amore due volte: così abbrevio e frizzo, che lei è tutta contenta. Anche se in mezzo alla folla, quando la chiamo MoMo si giran tutti tranne lei. MoMo ha i capelli di rame brunato e gli occhi nocciola: né agli uni né agli altri sfugge nulla. MoMo è un folletto, una tigre, un mosaico, una colonna corinzia, un intarsio a mano. MoMo è la mia innamorata. E quando veste le mie felpe, nel fitto dei boschi, sembra capace di salire sui rami più alti col più lieve dei balzi, e sparire all'orizzonte, saltando tra le fronde. Salvo, poi, tornare all'improvviso a chiedermi conto del verso dei picchi e delle parole degli alberi.


lunedì 4 aprile 2011

Ode sensazionista





Il corpo. Il corpo come confine dei sensi, come limite che definisce ciò che si sente e come lo si sente. Il corpo come linea che definisce chi sente e quanto può sentire. Il corpo, limite dei sensi: vuoto da riempire col mondo esterno. Il corpo che ostacola la dissoluzione dei sensi nel mondo, che allo stesso tempo li rende reali, palpitanti, coscienti, senzienti.


Desidero sentire il mondo come lo sentirei se il mio corpo sprofondasse nel mondo stesso, e al tempo stesso so che se il corpo non avesse confini anche i sensi non avrebbero più ragion d'essere. Anelo la dissuluzione del corpo nel cosmo perché m'illudo di una sensazione panteistica, olistica, universale: una dispersione simile al ritorno dell'infinitesimale confinato nell'universale sconfinato, dell'individuo nell'eterno, della forma nell'entropia, in una Morte-Tutto. Eppure non è forse quella stessa illusione ciò che mi confina nel corpo, e ciò che mi consegna alla Volontà e alla Vita?




Alcuni estratti da Il Passaggio delle Ore - Ode sensazionista.


scritta da Alvaro de Campos, eteronimo di Fernando Pessoa,

tra il 22 maggio 1916 e il 10 aprile 1923.



Sentire tutto in tutte le maniere,

vivere tutto da tutte le parti,

essere la stessa cosa in tutti i modi possibili allo steso tempo,

realizzare in sé tutta l'umanità di tutti i momenti

in un solo momento diffuso, profuso, completo e distante.

[...]

Mi sono moltiplicato per sentirmi,

per sentirmi ho dovuto sentir tutto,

sono straripato, non ho fatto altro che traboccarmi,

mi sono spogliato, mi sono dato,

e in ogni angolo della mia anima c'è un altare a un dio differente.

[...]

Porto dentro il mio cuore,

come in uno scrigno troppo pieno per chiudersi,

tutti i luoghi dove sono stato,

tutti i porti a cui sono arrivato,

tutti i paesaggi che ho visto da finestre o da oblò,

o da casseri, sognando,

e tutto questo, che è molto, è poco per quello che voglio.

[...]

Non so se la vita è poco o è troppo per me.

Non so se sento troppo o troppo poco, non so

se mi manca scrupolo spirituale, punto d'appoggio dell'intelligenza,

consanguneità col mistero delle cose, scossa

ai contatti, sangue sotto i colpi, sussulto ai rumori,

o se per questo c'è un altro significato più comodo e felice.

[...]

Ho visto tutte le cose, e mi sono meravigliato di tutto,

ma tutto è avanzato, o è mancato - non saprei - e io ho sofferto.

Ho vissuto tutte le emozioni, tutti i pensieri, tutti i gesti,

e mi sono così rattristato come se avessi voluto viverli e non ci riuscissi.

Ho amato e ho odiato come tutti,

ma per tutti questo è stato normale e istintivo,

e per me fu sempre l'eccezione, il trauma, la valvola, lo spasmo.

[...]

Svolto tutti i giorni tutti gli angoli di tutte le strade,

e ogni volta che sto pensando a una cosa, sto pensando a un'altra.

[...]

Cado lungo disteso dentro tutta la vita

e urlo in me la mia ferocia di vivere...

Non ci sono gesti di piacere nel mondo che valgono

la gioia stupenda di chi non ha altro modo di esprimerla

se non rotolarsi per terra fino a sporcarsi il vestito e i capelli...

Non ci sono versi che possano rendere questo...

Strappate un filo d'erba, addentatela e mi capirete,

capirete completamente ciò che esprimo in forma incompleta.

La smania di essere radice

perseguita le mie sensazioni dal di dentro come una linfa...

Vorrei avere tutti i sensi, compresa l'intelligenza,

l'immaginazione e l'inibizione

a fior di pelle per potermi rotolare nella terra rugosa

più dal di dentro, sentendo più rugosità e irregolarità.

Sarei contento solo se il mio corpo fosse la mia anima...

Così tutti i venti, tutti i soli e tutte le piogge

sarebbero da me sentiti nell'unico modo che vorrei...


Poiché ciò non può succedere, mi dispero, m'infurio,

ho voglia di potermi strappare a morsi il vestito

e poi avere pesanti artigli da leone per farmi a pezzi

fino a che il sangue scorra, scorra, scorra, scorra...

Soffro perché tutto questo è assurdo

come se facessi paura a qualcuno,

con il mio sentimento verso il destino, verso Dio,

che nasce dal fatto che ci troviamo davanti l'Ineffabile

e all'improvviso ci accorgiamo esattamente della nostra debolezza e parvità.

[...]

Tutte le albe sono l'alba e la vita.

Tutte le aurore splendono nello stesso luogo:

infinito...

Tutte le allegrie di uccello escono dalla stessa gola,

tutti i fremiti di foglie sono dello stesso albero,

e tutti quelli che si alzano presto per andare al lavoro

vanno dalla stessa casa alla stessa fabbrica per la stessa strada...

Rotola, grande palla, formicaio di coscienze, terra,

rotola urorata, annotata, a piombo sotto i soli, notturna,

rotola nelo spazio astratto, nella notte male illuminata realmente,

rotola e ...

[...]

Tutta l'energia è la stessa e tutta la natura è la stessa...

La linfa della linfa degli alberi è la stesa energia che muove

le ruote della locomotiva, le ruote dei tram, i volani dei diesel,

e un veicolo azionato da muli o da benzina è azionato dalla stessa cosa.

Rabbia panteista di sentire colossalmente in me,

con tutti i sensi in ebollizione, con tutti i pori fumanti,

che tutto è una sola velocità, una sola energia, una sola divina linea

da sé a sé, ferma a bisbigliare violenze di velocità folle...

[...]

Sentire tutto in tutte le maniere,

avere tutte le opinioni,

essere sincero contraddicendosi a ogni minuto,

spiacere a se stesso per piena libertà di spirito

e amare le cose come Dio.

[...]

Sono andato a letto con tutti i sentimenti,

sono stato souteneur di tutte le emozioni,

mi hanno pagato da bere tutte le eventualità delle sensazioni,

ho scambiato sguardi con tutti i motivi di agire,

sono stato mano nella mano con tutti gli impulsi a partire.

[...]

Ridere, ridere, ridere, ridere traboccantemente,

ridere come un bicchiere versato,

assolutamente pazzo solo di sentire,

assolutamente lacero dello strusciarmi contro cose,

la bocca ferita a forza di mordere cose,

le unghie sanguinanti a forza di afferrarmi a cose,

e poi datemi la cella che vorrete, che mi ricorderò della vita.

Ineluttabilmente Aprile



Ineluttabile.

E' tutta la mattina che mi ronza questa parola tra la mente e le labbra. La leggo col pensiero, avanti e indietro, la assaporo sulla punta della lingua, la spezzetto con i denti, la farfuglio con le labbra: cerco persino di modellarla con le dita, disegnandola nell'aria.

Ineluttabile è un po' il senso di questa calda primavera, con la sua miriade di insettucoli volanti usciti dalle tane tutti assieme, con i nidi di ragno che esplodono gialli e infinitesimali dai mucchi sul balcone, con quest'aria leggera e sollazzevole, con questo sole che gioca con le nuvole velate come una sposa timida e desiderosa.

Ineluttabile è un po' quel senso di sonno che assale quando tutta la Natura esce dal letargo e tu, piccolo uomo che ha passato l'inverno a inseguire fatti e parole, davanti a tanta vita e tanta frenesia non puoi fare a meno di fermarti, denudarti e lasciare che il Mondo, con i suoi venti e i suoi insetti, ti passi un po' addosso, mentre riprende velocità: inevitabile bilancia di frenesie complementari.

Ineluttabile, poi, è il senso d'immersione diffusa e profondo compatimento che provo sfogliando e rileggendo mille volte il Passaggio delle Ore e i mille altri componimenti racchiusi in "Poesie di Alvaro de Campos", raccolta di scritti eteronimi di Fernando Pessoa.