"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


venerdì 25 settembre 2009

La Paura...








06 settembre 2009.

Domenica.
1h16.
Scritto e mai pubblicato.




Ho così bisogno di scrivere. E non riesco più a farlo. Sul blog non posso raccontare cosa mi succede perché c'è chi potrebbe non capire, o capire troppo. E' come se, in questo momento di folle corsa verso il futuro, io abbia tagliato la maggior parte delle vie di comunicazione col mondo, come se il far sapere agli altri dove voglio arrivare sia di per sé un pericolo, uno sbaglio. Un modo per rendere assolute scelte e bivi che, altrimenti, potrei invertire e convertire fino all'ultimo momento, e oltre.

Voglio mantenermi indipendente, negli spazi e nelle azioni, voglio vivere ancora in questo bozzolo, in questo appartamento isolato dal mondo per qualche tempo, voglio avere ancora la possibilità di imparare più e più cose sul mio lavoro, sulla mia vita.

Ed ora tutto è sconvolto, tutto si agita e mi vortica attorno. Ed io mi gelo, mi comprimo, diminuisco la superficie esposta e aspetto che gli eventi mi diano uno spiraglio, una via di fuga da poter plasmare e far rimbalzare su altri eventi, per andare nella direzione più aderente ai miei intenti ultimi.

La Donna Ottocentesca è l'unica che mi smarscheri, l'unica che mi faccia alterare e che ogni volta voglia scoperchiare questa mia ostinata incomunicabilità, col risultato di vedermi esplodere e vedersi scaricare addosso le mille e più paure che dovrebbero stare compresse, aspettando la via risolutiva con tempi autunnali.

La perdita del lavoro, la nascita d'una mia associazione, la dismissione del contratto d'affitto, il lavoro, l'educazione ambientale, la società, la vita stessa. A volte mi chiedo davvero che senso abbia tutto questo.


Per chi sto inseguendo questa mia balena bianca?Per chi ho deciso di stracciarmi l'anima?Per chi ho deciso che questi sono i miei sogni?Da dove arriva questa folle determinazione?Sono forse schiavo di un vuoto cosmico, che non mi vale da solo il senso di vivere?
Per cosa? Perdio! Per chi?

Per chi?

La solitudine, a volte, mi è parsa una soluzione. Via dai vincoli urbani, senza compromessi lavorativi, lontano da una società sudicia e suicida, corrotta nell'anima e nello spirito, incapace di bloccare la cupidigia che l'ha spinta a divorarsi le membra e i figli.


Ma quale soluzione può essere, questa solitudine, quando anche nell'abisso, il cuore non smette mai di sperare?