"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


sabato 28 giugno 2008

A giugno, nell'erba fresca







Il caldo
Un matrimonio dolcissimo ma con troppi alcolici
La grande confusione interiore
Le troppe litigate
La pace fatta solo per telefono
Il lavoro bello, ma cazzo!
L'acqua nelle orecchie (prima uno poi l'altro)
Le amicizie che non coltivo
i sogni di altrove
la vita che cambia solo giorno per giorno,
ma poi non cambia quasi mai


Harry Potter


I motivi in ordine scarso per la mancanza di dispacci.

Comunque si naviga più speditamente.

Grazie.





lunedì 23 giugno 2008

Navigare a vista





Sono in rotta di collisione.
Più con me stesso che con altri, a quanto sembra.
E questo, purtroppo, non mi dispensa dal ferire chi non vorrei.
Altri dispacci a breve.



martedì 17 giugno 2008

Innocenza tartaruga!


- Guarda maestro, delle tattarughe!

- Eh, sì, Lorenzo, sono tartarughe di terra...

- Anche 'oi avevammo delle tattarughe di terra,

- Davvero? Che bello!

- Sì! Poi però una è rimasta solo di guscio... e dentro al guscio c'era un po' di polpo..

- Polpo?

- Sì, eh! Ma noi mica glielo davamo il polpo... Allora, ho detto, dev'essere stato un polpo di terra!




sabato 14 giugno 2008

Bilanci







Quante risate... e quanti ricordi....
è sempre bello vedere quanto siamo cambiati,
e in fondo capire che non siamo cambiati quasi per niente...
Grazie della serata, ragazzi.
Sempre nel cuore
e nell'esperienza.





venerdì 13 giugno 2008

10 anni dopo


Terrore
impazienza
irrequietezza
aspettative
passato che non passa
futuro che non arriva
cresciuti
mai cambiati
smilzo
gli amori
amicizie tradite
essere traditi dagli amici
amicizie mai coltivate
amori traditi
amori coltivati
amori mai confessati
le sue lentiggini
i suoi codini
i suoi ricci
i suoi seni
le sue gambe
essere soli
essere a parte
essere diversi
essere strani
essere sfigati
essere gli eroi
essere uguali
essere a conoscenza dei segreti
essere oggetto dei pettegolezzi
non sapere mai niente di nessuno
sapere tutto di tutti
essere grassi
essere grossi
essere goffi
essere tonti
essere assenti
essere problematici
essere su un altro mondo
essere fatti
essere troppo seri
essere mezze seghe
essere bravi in qualcosa
essere speciali
essere secchioni
non essere mai stati secchioni
i muri della scuola gessati e verniciati
il viale dei tigli
le porte dei bagni aperte a spallate
gli inseguimenti tra i banchi rovesciati
i perugina sul banco della più bella della scuola
la frase d'amore più stupida che sia mai stata concepita
le etichette
le false etichette
il chiodo
la Roadster della Cagiva
l'heavy metal
il blues
I capelli con i ricci
I capelli con le trecce
il gruppo
il loro gruppo
il nostro gruppo
il "loro" gruppo
le interrogazioni
le scuse
le assenze
i dolori inesistenti
le piccole soddisfazioni a fine anno
i gradoni della collina di Crenna
le partite a pallamano
le pogate di fine anno
i pensieri sconci
gli esami di matura
i compiti a casa
gli spogliatoi
la fidanzata eterna
gli amori sottobanco
le interrogazioni della Vanetti
il fazzoletto di Cesare sul banco
le scoregge di Cesare sotto il banco
le enormi tette della Catalini
la carbonara del Grillo
le sere al locale abusivo senza di me
le sere alla Lunga Strada in motorino
la sera del gelato rubato e mangiato con le dita a novembre
Il giorno prima della matura a rasarsi a zero
la matura senza sapere niente della tettonica a placche
l'ansia
la gioia di avere sempre 20 anni

la soddisfazione di averne quasi 30.


Questa sera si cena con i compagni delle superiori.

Apriti cielo.





lunedì 9 giugno 2008

domenica 8 giugno 2008

Lettera professionalmente scorretta ad un informatico supponente



Puoi giurarci che quando ho capito come stavano le cose non ero tranquillo.

Perchè ero incazzato nero.

Perché era tutta mattina che facevi il cazzo che volevi, allontanandoti dagli istruttori e cercando di ribaltare una canoa difficilissima da rimettere in sesto in mezzo all'acqua.

Ero incazzato per la supponenza con la quale mi hai trattato quando ti ho soccorso, una volta che ti sei rovesciato come un bamboccio dall'altra parte del lago.

Ero nero per la strafottenza che continuavi a dimostrare mentre col kayak tiravo a secco te, i due stronzi che avevi al seguito e i 4 metri e 10 di canoa ribaltata colma d'acqua.

Ma soprattutto ero incazzato come una bestia per non aver avuto il coraggio di sbatterti fuori dall'acqua già in mattinata, mettendo al bando la tua faccia da cretino dal lago e dai dintorni delle canoe.

Ma non si poteva, perché era il Family Day della tua azienda. E così ho dovuto sopportarti fino in fondo.

Persino quando, alla fine di tutto, sei tornato da me per guardarmi negli occhi, stringermi la mano e riprenderti davanti ai tuoi sottoposti quello straccio di autorità e credibilità che ti sei guadagnato a suon di sguardi cattivi come Responsabile del Settore Motivazione del Personale nella ditta di nerd segaioli per la quale butti il tuo tempo.

E ora due righe te le scrivo, se no rischio di scoppiare di rabbia. Perché, devo ammettere, mi hai preso in contropiede e proprio non me lo aspettavo: mi rammarica non aver capito quale fosse lo scopo di quella tua stretta di mano infinita.

Perché se lo avessi anche solo intuito, ti sarei scoppiato a ridere in faccia e ti avrei detto che Sei ridicolo, insicuro e totalmente privo di analisi.

Hai quasi 40anni, e sei preoccupato che la tua "autorità" possa essere messa in discussione da un ragazzotto paffuto che ti zittisce perchè dici enormi cazzate mentre cerca di salvarti il culo da un affogamento idiota.

Mi sarei messo a ridere forte, così che mi sentissero i tuoi colleghi - gli stessi che la mattina ti dicevano dietro che Sei un coglione - solo per il gusto di vedere uno zampillo di approvazione e un sorriso sui loro volti. Solo per il gusto di farti sprofondare nella presa di coscienza di quanta aria dai a quella bocca alitosa.

E sono incazzato anche perchè hai quasi rovinato una bellissima giornata di lavoro.

Ma soprattutto perchè, in fin dei conti, hai del tutto rovinato il mio super bagno bollente di questa sera, perchè l'ho passato con il tuo faccione pelato davanti agli occhi, pensando alle testate che avresti meritato.

Se c'è una cosa che non sopporto è la supponenza.
Se c'è qualcosa che non sopporto più della supponenza è la strafottenza.

Due doti che, evidentemente, sono più che necessarie per far carriera nel campo dell'informatica.

E tu, ometto poco cresciuto, ne sei il Campione.
Per cui prega di non passarmi più a tiro di pagaia.
Perchè la mia etica professionale ha una sola guancia da progere e tu te la sei ampiamente giocata.




I miei saluti.








sabato 7 giugno 2008

I sogni nel bosco


Ho cominciato questa vita da marinaio di foresta ormai qualche tempo fa. Il Fiume Azzurro, che conosco da quando ero bambino, non ha mai smesso di stupirmi, e mi offre tutte le volte sensazioni e possibilità nuove e inaspettate.

Ci sono luoghi, però, ai quali il mio cuore concede un piccolo pezzo di vita, e per i quali sobbalza forte rimescolando ricordi e sentimenti in forme e colori sempre nuovi, eppure sempre famigliari.

E' il caso di una Guardiola in mezzo al bosco, proprio vicino alla riva del fiume, nella quale ho passato il primo periodo di questa attività. Il luogo del mio battesimo del fiume, il luogo dove ho imparato a conoscere le persone che mi affiancano in corrente, il luogo dove ho imparato a smussare alcuni tratti del mio carattere per affilarne degli altri.

Questa piccola casa nel bosco è stata la nostra base per un po'. Poi, qualcuno a Città Grande di Nebbiascura, ha deciso che da lì ce ne saremmo dovuti andare, e che l'avrebbero ristrutturata per darla a qualcuno che non saremmo stati noi. Qualcuno in grado di garantire affitti più elevati, magari appartenente a qualche movimento politico "soddisfacente".

Lo sconforto fu totalizzante. La casa era sì da rifare, ma noi avevamo in mente di trasformare i sentieri all'intorno in Sentieri Natura, con le targhette per descrivere le piante e le postazioni di esperienza per sperimentare sapori,odori e colori del bosco e del fiume. Insomma, volevamo farlo nostro, quel luogo di magia. Dove "nostro" significa "accogliente" per tutti quei bimbini delle cascine primarie e secondarie che avrebbero voluto vivere un'esperienza di immersione e sperimentazione.

Fortuna che il Capo dei Marinai non si è dato per vinto. Ha lasciato che le cose facessero il loro corso e ha cominciato a far trapelare le nostre idee come l'acqua che s'infiltra sotto ad una porta sprangata. Goccia a goccia è diventato un piccolo lago, scardinando il sistema e riuscendo a farsi ricosegnare la Casa nel Bosco - rimessa completamente a nuovo - per i prossimi due anni.

Così, il prossimo 3 di Luglio, in serata e per tutta la notte, inaugureremo la nuova Casa Geraci, con una grande festa sull'acqua.

E da allora cominceremo a lavorare per rendere quel luogo magico un luogo aperto a tutti, un luogo di informazione sulla storia del Fiume Azzurro e dei suoi abitanti, animali e vegetali che siano.
Con dedizione, per i prossimi due anni.
Per far vedere a chi comanda che i sogni possono fare la differenza.







giovedì 5 giugno 2008

Bella sì, ma anche ieri!


Questo giorno di Mercurio...

Mi sono svegliato all'alba per una doccia rinfrescante, per poi rimettermi a dormire un'oretta facendo i sogni belli nella luce del mattino.

Ho sceso il Fiume Azzurro sotto una pioggerella fine, accompagnando una piccola ciurma di sole pulzelle di Città Grande di Nebbiascura, chiassose quanto piccine.

Ho cercato l'oro col Signor Rinaldo Cercatore, campione del mondo due volte di ricerca dell'oro in fiume e in miniera. Per l'occasione ho sottratto un catino ad uno dei marmocchi e, gaudente, mi sono immerso nell'acqua fino alle ginocchia per un'ora e mezza. Col bimbo che mi guardava sconsolato.

Sono tornato di volata a casa per un bagno bollente con sonnellino a filo di schiuma.

Mi sono fiondato a casa dell'Angelo con gli Stivali per correre verso una frazione sconosciuta nelle Terre dei Magutti, per assistere ad un bel concerto con cornamuse e tamburi, kilt e danzatrici ecceltiche, per poi ritrovarmi a mangiare una salamella da infarto e un tiramisù da resucitatio, e navigare tra la tonnara di passanti in mezzo alle bancarelle della fiera mondiale che ospitava il tutto.

Sono tornato a casa e ho scritto due righe pensando Che bella giornata oggi, ma che bella giornta ancor di più ieri, il Giorno di Marte, con la discesa sul fiume Azzurro più bella e sentita da quando conduco imbarcazioni tra fiumi e foreste! Ma questa è un'altra storia...

In tutto questo, un pensierino volava al bel girasole, che poi stanotte dormiva pria ch'io potessi sussurrare un augurio di Buonanotte degno d'esser tale...


lunedì 2 giugno 2008

La svezia dietro casa



Sul finire di questo maggio autunnale, ho fatto visita ad un angolo di svezia. Ma non la Svezia lontana e piena di renne: una svezia vicina e intima, che mi fregio di conoscere ma alla quale ultimamente stento ad avvicinarmi, più per limiti emotivi che di età...

A spingermi nella sperimentazione e a farmi compagnia - condividendone il bene e il male, senza alcuna malcelata equidistanza - la dolce donna Tuttatonda Testaquadra, teneramente più avventuriera nell'animo che nella pratica. Semplicemente adorabile.

A farci da campo base, una tenda barattata per due bicchieri di rhum, qualche masserizia da viaggio, una pioggia lieve che andava e veniva, l'erba bagnata tra i piedi nudi e il canto di civette e allocchi. Lì accanto, qualche ignaro viandante che passava a chiedere i miei servigi di traghettatore.

Culmine dell'esperienza, una discesa in corrente con canoa in stile apache nella luce di un tramonto rosso fuoco e gonfio del profilo di mille nubi. Come vecchi cercatori d'oro alle prime armi, ci siamo affannosamente prodigati per risalire un ramo secondario del fiume, solo per vederci costretti a piegare il capo davanti a Sua Maesta il Fiume Azzurro.

Intrappolati dalla corrente, abbiamo affrontato guadi di acqua avvelenata, intricati sentieri di rovi carnivori e il pericoloso Gorgo di Sottoponte, per uscirne indenni e ricevere aiuto da due giovani cavalieri del fiume, che ci hanno gentilmente riaccompagnato al campo con le loro cavalcature senza sella.

Dopo una buona pizza e qualche bacio, siamo tornati a prendere la canoa laddove l'avevamo abbandonata dopo la poco assennata discesa, accompagnati da mille risate e altrettante realtà alternative che si snocciolavano dalle nostre labbra affamate di fantasia e avventure.

Il giorno dopo, per chiudere degnamente, ho persino ricevuto in dono da un vecchio druido traghettatore due pagaie in legno che potrebbero avere l'età del mondo e che luccicano al solo sentir parlare di fiumi. Mi stupirei se tra le loro venature non celassero un qualche sortilegio per il Dominio dell'acqua.