"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


lunedì 7 gennaio 2008

Scendere negli inferi dell'anima





Sono sceso negl'inferi dell'anima.
Giù a fondo, per guardare negli occhi i miei demoni irrequieti, che scalciano e urlano e mi prendono di sorpresa quando penso ad altro.

Sono sceso negl'inferi dell'anima, cantando e ballando, in cerchio.
Stringevo dita e sfioravo capelli, una luce saliva dalle mie mani e prendeva forma nell'aria. Una coda di balena, una sfera da fattucchiera. E io la muovevo, ne facevo scintille da regalare all'universo, neanche fossero stelle novelle.

Sono sceso negl'inferi dell'anima. Ho smosso qualcosa che avevo sigillato.
Una porta, un baule, un libro, perfino. Non qualcosa di polveroso, no. Qualcosa che tenevo ben da conto, ben nascosta, per paura di guardarci dentro. Di guardarci attraverso.

Sono sceso negl'inferi dell'anima. E mi sono liberato.
Per giorni ho vagato con l'animo espanso, che inglobava le persone appena si facevano vicine.
E più ne avvicinavo, più ne volevo vicine. Troppo.

Sono sceso negl'inferi dell'anima. E sono cambiato.
Le barriere che avevo sono state allontanate, tanto da non essere quasi visibili. E il controllo che mi rinchiudeva non c'è più. Al suo posto una ferma presa di coscienza, una consapevolezza espansa, ulteriore, vivida delle mie possibilità.

Sono sceso negl'inferi dell'anima. E sono tornato.

Nessun commento: