Non so bene come ci si senta ad essere figlio unico. Non l'ho mai saputo.
Nella mia tribù sono il figlio più grande, quello che da piccolo è sempre stato il più diligente, il più impegnato, il più gentile, il più servizievole.
Come nei film in cui mamma e papà affrontano le più sfighe del mondo e i quattro figli devono più o meno cavarsela da soli: il grande tira le somme, la mezzana dà i consigli più arguti, il mezzano piccolo fa un po' il ribelle e la più piccola riesce sempre a dire la cosa giusta quando nessuno se lo aspetta.
Noi siamo sempre stati così. Fino a che qualcosa è cambiato. Qualcosa si è spezzato e ognuno di noi ha preso la sua deriva. Il grande inizia a fare la sua vita ovunque tranne che a casa, la mezzana comincia a scuotere la testa a qualsiasi azione di chiunque altro, il mezzano piccolo dà di matto e si infila nelle peggio compagnie, e la più piccola inizia a sparare giudizi come una vipera alla quale è stata pestata la coda.
E io come fratello maggiore ne ho sempre portato il peso, di questa deriva. Perchè è stata colpa mia. Scolpita a fuoco nelle mie parole, nei miei gesti, nel mio esserci in modo sbagliato e nel mio non esserci nel momento giusto.
Ma ieri sera ho parlato di nuovo con il mio fratellino. Che fino a pochi anni fa era la mia Nemesi, il mio Contrario. Credo sia l'unica persona con la quale sia davvero venuto alle mani.
Ci ho parlato. E' raro che accada, perchè sono spesso in giro per mari e monti. Ma ogni tanto ci si ritrova, a mangiare carne alla brace con birra e cipolle saltate, patate al cartoccio col burro e altra birra.
Ci ho parlato. E, nonostante la sua visione sia ancora lontana dalla mia, il dialogo che si instaura è serrato e contrappuntato, sereno, maschio, preciso e schietto. Un dialogo che trova energia in una successione incalzante di opinioni divergenti e spunti comuni.
Ci ho parlato. E come succede da qualche tempo a questa parte, l'ho visto crescere, farsi Uomo, essere in grado di ritagliarsi il suo spazio nel mondo - anche a gomitate se necessario. Una persona davvero con i controcoglioni, per usare un francesismo ampiamente riconosciuto.
E ne sono orgoglioso.
Queste righe le ho scritte per lui, Jack, il fratello che pensavo di aver perduto e che ora so di poter ritrovare.
Credo nel potere del dubbio
Credo nella parola
Credo nella domanda e nella ricerca di risposte
Credo che la vita sia da conquistare
Credo che comprendere non sia perdonare
Credo che l'amore eterno non esista, e che quello quotidiano sia l'unica forma vera d'amore
Credo che una scelta implichi la voglia di discutere e di mettere in gioco tutti i suoi presupposti, nella ricerca costante d’altre argomentazioni per sostenerla
Credo che il mezzo sia il fine e che il processo non abbia un prima e un dopo, ma solo un durante
Credo sia stupido chiedersi dove si sta andando, quando non ci si è mai chiesti dove ci si trova
Credo che la vita non sia un sogno ma che potrebbe essere definita un incubo per milioni di persone
Credo che il lavoro sia fatto per vivere e che non sia la vita ad essere fatta per lavorare
Credo che amare la stessa persona per tutta la vita sia possibile, a patto che se ne cerchi un motivo nuovo tutti i giorni
Credo che farsi delle domande sia legittimo
Credo che l'ignoranza sia assenza di dubbio
Credo che l'ignoranza renda felici
Credo che la felicità renda ebeti
Credo che non raggiungerò mai la felicità
Credo che la paura sia il primo sintomo dell'ignoranza
Credo che l'istigazione all'ignoranza e alla paura sia il succo del fascismo, di tutti i fascismi possibili
Credo in un anti-fascismo intimo, profondo, non "di piazza", fatto di domande e ricerche che scavalchino le paure e l’ignoranza
Credo che il dubbio sia il sale della vita
Credo che il torpore dell'ignoranza renda ottusi e incapaci di vedere le cose sotto le mille altre luci possibili e sempre vere
Credo che non esista la Verità, ma che ci siano più verità
Credo che ogni verità vada calata in un contesto preciso
Credo che la moralità sparirà dalla faccia della terra
Credo che l'uomo sia un essere profondamente egoista e quotidianamente votato alla banalità
Credo che la parola sia un'arma dolce da usare e terribile da subire
Credo che l'educazione possa diventare una forma di violenza
Credo che allevare un figlio, ponendolo sui binari contrastanti della libertà di espressione e del rispetto dei diritti altrui, oggi giorno, non sia solo difficile ma quasi impossibile
Credo che scappare non serva a nulla, anche se potrebbe essere utile farsi rincorrere dai propri dubbi e guardarli da lontano, per osservarli meglio
Credo che fare l'amore con persone diverse ogni sera sia disgustoso
Credo che ogni donna sia favolosa
Credo che ogni uomo abbia paura di ogni donna che incontra
Credo che gli occhi siano lo specchio dei sogni e che oggi non sia possibile reggere lo sguardo di nessuno sconosciuto perché si ha paura che, da lì, emergano i nostri incubi
Credo che il treno delle 710 che da Varese porta a Milano sia pieno per metà di gente che odia le amichette che urlano, e per l'altra metà di amichette stronze che lo sanno e lo fanno apposta.
Credo che, quando si raggiungerà il punto di rottura, le amichette stronze faranno la fine delle streghe dell'inquisizione
Credo che il mondo non si possa cambiare senza rivoluzioni. Credo anche che non esista nessuno disposto a farne una che sia tale dall'inizio alla fine
Credo che le rivoluzioni debbano avere una fine
Credo che l'Utopia sia figlia di Mamma Domanda e Papà Dubbio
Credo che solo i pazzi potrebbero voler continuare a passare la vita a chiedersi che cosa si meglio per l'uomo: se vivere in eterno o morire giovane
Credo che chi ha voglia di bruciarsi il cervello con le doghe o l'alcol non si rende conto di aver perso in partenza
Credo nell'anima
Credo che il nostro corpo non sia diverso da ciò che proviamo e sentiamo
Credo che il nome sia un'etichetta che impariamo ad amare, ma senza gusto
Credo di aver fatto delle immani cazzate in passato
Credo di aver fatto soffrire chi non volevo e di aver dato corda a chi non ne meritava per nulla
Credo che alcune azioni mi perseguiteranno fin dentro la tomba
Credo che sarei felice di chiedere scusa se non fosse per la cruda banalità della sofferenza che ho causato
Credo che la grandezza del mondo, se presa tutta in una volta, sia capace di muovere anche il cuore più stolto
Credo che ci sia una gran differenza tra rispetto e timore
Credo che a subire il fascino dei peggio delinquenti, siano coloro che non si chiedono la differenza tra rispetto e timore
Credo che la tirannia sia connaturata alla quotidianità umana, e che riesca a prendere il sopravvento solo quando il dubbio non riesce a intervenire
Credo che il dubbio sia l'unica arma contro ogni visione univoca e tiranna della realtà
Credo che la libertà di parola sia una necessità
Credo che dovrebbero essere banditi tutti i sistemi di espressione univoca di pensiero (anche questo)
Credo che il dubbio stia crescendo nel mondo e che il mondo sia destinato ad essere sempre più cosciente e sempre meno beota, per questo sempre meno felice
Credo che chi ci vuole beoti e felici non voglia vedersi contraddetto dai dubbiosi
Credo che chi ci vuole beoti e contenti renderà i paletti della felicità sempre più ferrei e inflessibili, salvo chiamarli “libertà”
Credo che la paura cieca sia madre della miriade di enclave di potere che detteranno i paletti per le (loro) felicità
Credo che l'amore non sia in grado di salvare il mondo, ma sia l'unica via di salvezza per la vita quotidiana
Credo che il mio futuro si stia decidendo adesso
Credo che se la vita scorre senza essere ostacolata consciamente non è degna d'essere tale
Credo che gli ostacoli più grossi siano quelli che ci impongono le nostre scelte
Credo che la soddisfazione più grande sia quella di combinare qualcosa nella vita, affrontando le conseguenze delle proprie scelte
Credo che nessuno si renda conto di quello che combina quotidianamente, piccolo o grande che sia
Credo che la democrazia rappresentativa sia una grandissima coglionata
Credo che la sola idea di stato nazionale sia una emerita cretinata
Credo che la democrazia partecipativa e locale sia la via alla libertà di espressione nel rispetto dei diritti
Credo che il mondo presto non basterà più
Credo che si assisterà ad una emigrazione interplanetaria
Credo che qualsiasi cosa sia mai stata scritta o narrata, prima o poi, troverà la sua concretizzazione
Credo che ritenere il genere umano l'unica specie senziente dell'universo sia una perfetta prova di beata ignoranza. Credo, però, che da qui a dire di aver incontrato gli alieni ci sia una sostanziale vacanza di sanità mentale.
Credo che non ci sia peggior ignorante di colui che pretende d'aver ragione
Credo che la chiesa, i comunisti, il fascio, i liberali siano lì solo per tirare scemi tutti quanti e fornire in qualche modo pezzetti immutabili di realtà, sui quali non interrogarsi mai e starsene felici per un po'
Credo che se la terra è rotonda ci sarà un motivo
Credo che l'universo abbia una fine e che noi, in qualche modo, ci si stia andando incontro
Credo che esista un qualcosa di superumano che osserva e decide
Credo che nemmeno questo qualcosa di superumano sappia bene come definirsi
Credo che la gente sia legata più a quello che vede che non a quello che prova
Credo che dubitare abbia un fine: decidere
Credo che decidere implichi una responsabilità: affrontare le conseguenze di quello che si è fatto
Credo che affrontare le conseguenze delle proprie decisioni sia, prima di tutto, metterle in dubbio