"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


lunedì 23 febbraio 2009

tra una riga e l'altra.









Se i fiori non ti dicono niente,


e le stelle non ti dicono niente,


cosa vuoi che ti dicano le parole?



Antico detto popolare.













Mi sono moltiplicato per sentirmi,


per sentirmi ho dovuto sentir tutto,


sono straripato, non ho fatto altro,


che traboccarmi,


mi sono spogliato, mi sono dato,


e in ogni angolo della mia anima


c’è un altare a un dio differente.


Da “Il passaggio delle ore” in Poesia di Alvaro de Campos, di Fernando Pessoa







mercoledì 18 febbraio 2009

Sciabordio






Intanto il marinaio se ne sta sulla scialuppa alla deriva, mangia quello che pesca e pesca quello che mangia.

Sdraiato a gambe incrociate, il legnetto con la lenza tenuto su dall'alluce prensile e il cappello spelacchiato calcato in testa, sotto il sole di fine inverno e il vento d'inizio primavera.

Innamorandosi una volta delle nuvole a forma di fate e una volta di quelle a forma di sirene.





Pineta del Vigano (Golasecca, VA)


Roverelle in palude (Bregano, VA)



Salici e ciliegio (Bregano, VA)




Sass de la preia buja (Sesto Calende, VA)





Cappelletta di San Vincenzo (Sesto Calende, VA)





martedì 10 febbraio 2009

E adesso che fare?






Adesso che siamo in questo periodo di enorme confusione, dove ognuno ha le sue idee e le difende a spada tratta, senza aver paura di infilzare i cuori di amici e parenti.

Adesso che in famiglia è meglio evitare il discorso politico, che se no volano i piatti.

Adesso che a scuola le maestre hanno paura a schierarsi apertamente su qualsiasi cosa, col terrore che i genitori possano etichettarle e sporcarle con qualche infamante colore politico.

Adesso che la Furbizia è un Valore e come tale spinge ognuno a difendersi come può, scardinando qualsiasi piccolo accenno di solidarietà, partecipazione e democrazia.

Adesso che la vita si basa sul motto Arraffa quel che puoi, Fin che puoi!

Adesso che la confusione tra una scienza che non risponde, una società che vive di campanilismi individuali e una religiosità sempre meno dialogata, sta riducendo il mondo in un mosaico di tessere perdute.

Adesso che nessuno ha più certezze su nulla e il bisogno di ordine, dapprima strisciante, si materializza in un consenso gridato e una richiesta di aiuto, mal posti e mal riposti.

Adesso che la prevaricazione sociale, il corporativismo lavorativo, l'individualismo mercificato e il menefreghismo furbesco sono stati eletti a Valori fondanti, lanciati tra la gente come soluzioni ad un mondo senza risposte - come il grano alle galline!

Adesso che la gente grida terrore e cerca una guida perchè si sente persa.

Adesso che il fantasma del fascismo ha fatto breccia laddove non ci si aspetterebbe di trovarlo. Non tra i giovani estremisti - che non sono mai spariti - ma tra i commessi del supermercato, tra gli impiegati, tra i "moderati", tra le maestre di scuola e le casalinghe.




Io dico, distruggiamo la Furbizia come valore fondante della nostra società, e riconoscimola come Disvalore.

Costruiamo monumenti alle soluzioni alternative!

Adottiamo la Creatività come motore delle nostre vite!

Stringiamoci vicini e sediamoci in cerchio.
Guardiamoci negli occhi e diciamoci la Verità.
Abbiamo tutti paura.
Ci sentiamo tutti smarriti.

Ma non facciamoci fregare: la soluzione unica a tutto non esiste!

La soluzione più semplice è una caricatura della realtà, è FALSITA', è una pia illusione!

Non gettiamoci tra le braccia di chi ci vuole spaventati, beoti e ubbidienti.

Non mettiamoci nelle mani di chi parla di Libertà mettendo paletti alla vita sociale, solo perchè indicano una strada comoda e ben visibile!

Non abbiamo bisogno di ubbidire per avere un futuro da costruire.
Non abbiamo bisogno di ordine per ricostruire la nostra società.
Non abbiamo bisogno di sicurezza per essere tranquilli.
Non abbiamo bisogno di eroi per camminare col sorriso in bocca.
Non abbiamo bisogno di Grandi Padri a condurci per avere una strada da percorrere.


Cerchiamo soluzioni improbabili!

Cerchiamo strade alternative!

Mettiamo in gioco le nostre vite e accogliamo l'imprevisto!


Fermiamo questo macigno che rotola, questo fascismo delle idee/nelle idee - nuovamente travestito da buonpensiero - prima che arrivi a valle e spazzi il Paese!




venerdì 6 febbraio 2009

Promemoria








"... and if you want to sing out, sing out.
And if you wanna be free, be free.
There's millions things to be, and other there are..."
Da Harold e Maude, un film sul coraggio, sull'amore e
sul coraggio in amore,
che è il più difficile di tutti.



Grazie per avermelo lasciato scritto da qualche parte,
tra la memoria e il cuore.


lunedì 2 febbraio 2009

Intermezzo






Il giovanotto se ne stava con la spalla appoggiata allo stipite della porta. Al di là del portico, la neve cadeva lieve ma imponente, e il silenzio se ne restava aggrappato al vento come la panna sulla cioccolata, a galleggiare di dolcezza.


Quella neve non era del tutto inaspettata, ma gli riempiva il cuore. Non avrebbe preso il cavallo per andare giù al fiume, quel giorno. L'incontro con tutti gli altri marinai di fiume era saltato e, perdio, con tutta la legna che aveva ancora da tagliare dietro casa, sapeva che quella neve era una specie di benedizione.


Aveva una giornata in più, donatagli chissà da chi, arrivatagli chissà da dove. Però era lì. E lui la contemplava con la spalla appoggiata sullo stipite della porta, un piede che incrociava l'altra gamba e in mano una tazza di scura e fumante dolcezza. Mentre il mondo s'inondava d'un bianco silenzioso.


Staccatosi dalla porta e appoggiata la tazza, il giovanotto si sistemò il cappello, alzò il bavero della camicia, e si guardò le mani. Era ora di cominciare.


Prese l'accetta, fece schioccare gli stivali sul portico e si diresse in legnaia.