"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


martedì 5 febbraio 2008

Nella foresta, a filo d'acqua



Ci sono giorni, ma soprattutto notti, in cui mi siedo con una tazza fumante di thé al bergamotto tra le mani, incurante del caldo che le strazia. E restando il mio corpo immobile, lascio che siano i pensieri, sempre scalpitanti, a prendere il largo: vele biancastre su legni bruni, a navigare sullo specchio d'acqua di un futuro insondabile. Forse un lago.

Ci sono giorni in cui mi fermo e mi chiedo che cosa fanno le mie mani, dove vanno i miei piedi, che cosa dicono le mie labbra. Quale che sia il mio viaggio, ci sono momenti in cui mi chiedo se una meta precisa non sia poi così superflua.

In quei giorni, e non in altri, cerco di spiegare a me stesso che essere un viandante di natura e volerlo fare anche di professione, ha una nobiltà tutta sua. Fatta di parole e gesti e soddisfazioni. Fatta di piccoli girovaghi che ti guardano aspettandosi una risposta dalla vita, e di te che gli fai capire quanto al contrario sia più prezioso continuare a domandare, a curiosare. Fatta anche di pianti, vuoti nell'animo, poche certezze e forse guai. Tutte cose che la nobiltà la conquistano attimo dopo attimo. Col passare lento della luna.

Sono un marinaio di foresta, e spingo la mia barca lungo il Fiume Azzurro. Quando mi va fermo la carovana e mi immergo nei boschi, tra i pendii dei monti e lungo i sentieri.

Avevo una Casa, ma ho scelto la foresta. Non ho terra, non ho radici. A difendermi dalla paura solo i bagagli pronti, la voglia di muovermi e il desiderio di infondere la curiosità in chi crede di averla persa o di non averla mai conosciuta.







(e, da poco, il fedele Bebop...)

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