"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


lunedì 14 aprile 2008

Sarà perchè, sarà che



Mi sento ancora la coperta calda sulle spalle, e quella tenera sensazione di sabbia negli occhi che ti fa ricordare quanti sogni sei riuscito a dimenticare in una sola notte di primavera.

Sarà perchè fuori dalla finestra l'aria fredda si sposta assieme agli alberi e alle canne di bambù.

Sarà perchè fuori dalla finestra scende una pioggia che somiglia a piccole scaglie di malinconia: di quelle che ti si appoggiano alla vita ed entrano in risonanza con tutto quello che ti porti dentro, nelle ossa.

Sarà perchè ieri sono stato assalito brutalmente da una fase bradipo di dimensioni cosmiche e ne risento ancora oggi.

Sarà perchè tornando dalla gita in Camargue, i marmocchi ascoltavano vecchie canzoni che il mio cuore ha bandito e che svelano quanto la maschera da vecchio cowboy con le grinze sugli occhi proprio non gli si addica.

Sarà perchè il Paese la cui terra mi ha visto correre, cadere, piangere, rialzarmi e sorridere mille volte, è una volta di più sull'orlo del baratro.

Sarà perchè ci sono fantasmi che non mi lasciano stare e mi vengono a trovare, col loro bagaglio di sensi di colpa e soddisfazioni: e sono tutti fantasmi di donna. Non che siano fantasmi veri, s'intende: ma qui, su questa nave, a duemila nodi, i ricordi li confondiamo spesso con i fantasmi, per lo strano modo che hanno di apparire dietro un velo e sussurrare parole lontane che scuotono le ginocchia e i polmoni.

Sarà perchè so che altrove mi aspettano un abbraccio caldo e dei capelli da accarezzare, con tutta la tenerezza di un mondo che si chiude, volontario, fuori da un armadio magico. E labbra da baciare forte per l'attesa e l'ansia di essere un nomade un po' per scelta, un po' per vocazione e un po' per timore - di chissà cosa poi?


Sarà che ho bisogno di una piccola passeggiata.
E allora via, cappello in testa, sciarpa sotto il naso e bavero alzato. Un passo dopo l'altro, mi lascio dietro la primavera, le sue piogge e i suoi sussurri, un po' a specchiarsi nelle pozzanghere e un po' a saltarci dentro.















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