"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


sabato 12 aprile 2008

Bella follia!


Uno pensa che svegliarsi all'alba, nel giorno di Saturno, per andare a bagnarsi da capo a piedi in un lago che sta vicino alla Svizzera, dopo tre giorni passati in Francia con la peggio marmaglia che Città di Nebbiascura abbia mai vomitato nel mondo, sia una vera follia.


Lo pensavo anche io.


Di fare questo corso di aggiornamento per Istruttore di base di Kayak, fino a tre giorni fa, ne avevo una gran voglia. Ieri a mezzanotte, al rientro dalla gita, mentre preparavo la mia nuova bambina e la sacca con la muta e la giubba ad acqua, maledicevo qualsiasi divinità pagana che avesse mai avuto il controllo sul vento, sulla pioggia e sulla stramaledetta umidità di questo aprile ballerino.


Fortuna che il ritrovo sul lago è a meno di un'ora dalla mia capanna nei boschi. E fortuna che i cavalli della mia carrozza mi conoscono così bene da sapere quando è il caso di mettersi a guidare da soli, senza che io quasi me ne accorga.


Sono arrivato lungo sui tempi, e tutti erano riuniti (un po' immusoniti per il freddo e la stramaledetta umidità) attorno ad un tavolo da ping-pong attrezzato alla meglio sotto una tettoia in amianto degli anni '70 - ancora integra per fortuna - dentro un campeggio italiano per zurighesi in vacanza: casette di legno basse e piccole con superoptional e veranda a due posti incorporata.


La mattinata è volata via parlando della sicurezza in canoa, concentrandosi su quello che può capitare in un ambiente come quello del lago (o del mare), che è ben diverso dal fiume. Punto fondamentale: non scendere mai/non far scendere nessuno senza un giubbino di galleggiamento, che serve a scampare la pelle in qualsiasi situazione di emergenza.


Dopo aver guardato approfonditamente le canoe da mare/lago, per notarne le differenze strutturali e di utilizzo nei confronti di quelle da fiume, siamo andati a prenderci da mangiare. Siccome ero ben stufo di farmi panini col prosciutto imbottiti di burro (odiosi cuochi francesi!), mi son comprato una vaschetta da 3 etti di insalata di pesce: calamaro, polpo, gamberetti. E due panini a tartaruga di farina di patate. Che buono...


Prima di mangiare ci siamo cambiati.

Un canoista come si deve è la versione casalinga di un navy-seal statunitense: muta, calzari, maglie termiche, maglie impermeabili, giacca ad acqua, scarpe antisdrucciolo, giubbino di galleggiamento superattrezzato, paraspruzzi. In fiume ci va anche il caschetto, in lago mi son portato il mio nuovo cappello. Ho poi scelto una pagaia doppia in legno e una canoa da mare abbastanza stabile.


Abbiamo cominciato l'uscita sull'acqua con un tempo certamente suggestivo, ma non proprio invitante. Vento contrario, freddo di neve, che veniva dai monti lontani sopra di noi. Una pioggerella insistente, di quelle che ti si infila anche nelle mutande, se non ci fai attenzione. Un'acqua fredda e scura come un giacciolo di buio, che mi ha gelato le dita in men che non si dica.


Ci siamo fermati a mangiare una quarantina di minuti dopo, sulla riva svizzera. Ci hanno tenuto compagnia due equipaggi di canottaggio femminile della zona, che passando e ripassando, hanno trovato il tempo di sorriderci splendidamente e salutarci tra una vogata e l'altra.


Sarà forse stato il loro sorriso, così bello e sincero, sarà stato il cambio del vento: non lo sappiamo bene. Quello che sappiamo è che da lì a qualche minuto il sole splendeva alto e scaldava le nostre povere ossa umide.


Il rientro è stato qualcosa di magico.

La canoa, lunghissima, viaggiava diritta sull'acqua senza che facessi nulla per mantenere la direzione, le piccole onde lacustri mi cullavano, un nibbio bruno è venuto più volte a porci omaggio, e la pagaia in legno riportava fedelmente i sussurri dei piccoli vortici che gorgogliavano appena sotto il pelo dell'acqua.


Sono un marinaio di foresta rilassato.

Questa sera bagno caldo e nanna presto.


Siete con me?










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