"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


giovedì 24 aprile 2008

Meraviglie liberate


C'era questa quercia, ieri, che pendeva dall'argine del fiume. Inclinata come volesse bere o lavarsi le fronde nell'acqua ferma, tanto da tirar fuori le radici dal terreno. E molte sue foglie, verdi e giovanissime, sfrioravano la superficie lasciandosi carezzare dalle piccole onde del vento.

E c'era questo sole, ieri, che filtrava tra i rami e colpiva le onde. Rimandando i suoi raggi sotto la chioma della quercia. Lì mi sono seduto, sulla riva vicino alle radici sradicate, a guardare le trote saltare, meravigliandomi del silenzio e della luce portati dal vento.



Nel frattempo si è aperta la stagione dei Sentieri d'Acqua sul Fiume Azzurro, con le prime due discese in gommone, con qualche marmocchio eccitato all'idea di sobbalzare sulle onde e battagliare a suon di cannonate d'acqua con i professori. Si è anche aperta la stagione dei bagni in fiume. Il primo tuffo del mese ha fatto scorrere l'acqua gelida tra le pieghe della muta, e la limpidezza della risorgiva si è materializzata in una vivida sensazione di freddo acuto.

Questa mattina ho chiuso una piccola serie di lezioni in classe, a Città Grande di Nebbiascura. I ragazzi della cascina erano interessati a conoscere la filiera bosco-legno, per capire bene che cosa volesse dire sfruttare il governo di un bosco in modo rinnovabile al fine di produrre energia in maniera alternativa ai combustibili fossili. Credo proprio di esserci riuscito.



Ora mi preparo a festeggiare una Liberazione coi fiocchi. Faccio rotta per Città dei Vicoli, dove mi attendono a braccia aperte dolci coccole e fresche risate. E domani con un gruppo di altri 30 squinternati, ci sposteremo poco più a nord dei monti che circondano la città per partecipare ad una giornata collettiva di pranzi, danze, giochi e rotolate sui prati.

Per ricordarci per che cosa hanno combattuto i nostri nonni e i nostri padri, e per che cosa hanno sofferto le nostre nonne e le nostre madri. E viceversa.

Buona Liberazione, marinai e marinaie.

E ricordate: il lavoro per vivere, non la vita per lavorare.

E ancora: viva l'antifascismo intimo, cosciente e consapevole.


1 commento:

Anonimo ha detto...

sei un tesoro, ecco cosa sei. Un tesoro consapevolmente antifascista, ma soprattutto un tesoro :O)