"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


domenica 8 giugno 2008

Lettera professionalmente scorretta ad un informatico supponente



Puoi giurarci che quando ho capito come stavano le cose non ero tranquillo.

Perchè ero incazzato nero.

Perché era tutta mattina che facevi il cazzo che volevi, allontanandoti dagli istruttori e cercando di ribaltare una canoa difficilissima da rimettere in sesto in mezzo all'acqua.

Ero incazzato per la supponenza con la quale mi hai trattato quando ti ho soccorso, una volta che ti sei rovesciato come un bamboccio dall'altra parte del lago.

Ero nero per la strafottenza che continuavi a dimostrare mentre col kayak tiravo a secco te, i due stronzi che avevi al seguito e i 4 metri e 10 di canoa ribaltata colma d'acqua.

Ma soprattutto ero incazzato come una bestia per non aver avuto il coraggio di sbatterti fuori dall'acqua già in mattinata, mettendo al bando la tua faccia da cretino dal lago e dai dintorni delle canoe.

Ma non si poteva, perché era il Family Day della tua azienda. E così ho dovuto sopportarti fino in fondo.

Persino quando, alla fine di tutto, sei tornato da me per guardarmi negli occhi, stringermi la mano e riprenderti davanti ai tuoi sottoposti quello straccio di autorità e credibilità che ti sei guadagnato a suon di sguardi cattivi come Responsabile del Settore Motivazione del Personale nella ditta di nerd segaioli per la quale butti il tuo tempo.

E ora due righe te le scrivo, se no rischio di scoppiare di rabbia. Perché, devo ammettere, mi hai preso in contropiede e proprio non me lo aspettavo: mi rammarica non aver capito quale fosse lo scopo di quella tua stretta di mano infinita.

Perché se lo avessi anche solo intuito, ti sarei scoppiato a ridere in faccia e ti avrei detto che Sei ridicolo, insicuro e totalmente privo di analisi.

Hai quasi 40anni, e sei preoccupato che la tua "autorità" possa essere messa in discussione da un ragazzotto paffuto che ti zittisce perchè dici enormi cazzate mentre cerca di salvarti il culo da un affogamento idiota.

Mi sarei messo a ridere forte, così che mi sentissero i tuoi colleghi - gli stessi che la mattina ti dicevano dietro che Sei un coglione - solo per il gusto di vedere uno zampillo di approvazione e un sorriso sui loro volti. Solo per il gusto di farti sprofondare nella presa di coscienza di quanta aria dai a quella bocca alitosa.

E sono incazzato anche perchè hai quasi rovinato una bellissima giornata di lavoro.

Ma soprattutto perchè, in fin dei conti, hai del tutto rovinato il mio super bagno bollente di questa sera, perchè l'ho passato con il tuo faccione pelato davanti agli occhi, pensando alle testate che avresti meritato.

Se c'è una cosa che non sopporto è la supponenza.
Se c'è qualcosa che non sopporto più della supponenza è la strafottenza.

Due doti che, evidentemente, sono più che necessarie per far carriera nel campo dell'informatica.

E tu, ometto poco cresciuto, ne sei il Campione.
Per cui prega di non passarmi più a tiro di pagaia.
Perchè la mia etica professionale ha una sola guancia da progere e tu te la sei ampiamente giocata.




I miei saluti.








5 commenti:

lanessie ha detto...

Stakanov incazzato! Meraviglioso! Uno strepitoso latoB del bravo ragazzo: stakanov good fellow!

Tom ha detto...

Mai, mai, mai, provocare un bravo ragazzo più del dovuto...

è_é

Anonimo ha detto...

... E poi, via quella barbetta ispida!

Tom ha detto...

Io? Secondo me, Marco, vuoi una pagaiata anche tu!

^_^

Come stai, bergamasco?
Ci vieni in Svezia o no?

Anonimo ha detto...

La sua! Era una citatio da "Pirates of the Caribbeans" (stolto!). Certo che ci sono, in Svezia! Ci si incrocerà da qualche parte? Uno di questi giorni ti scrivo -più o meno- dove porterò il mio zainone da routard.

Poi magari ti racconto anche com'è andata la settimana con Laura tra Svizzera e Germania: come ci saremmo dovuti muovere in bici, e come invece i miei tendini d'Achille mi hanno tradito... A presto.