"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


sabato 25 aprile 2009

VenticinqueaprileDuemilanove








Un post complicato, questo del Venticinqueaprile Duemilanove.Non complesso, proprio complicato: non c'è una trama ben delineata, e i pensieri si attorcigliano ogni volta di più, quando provo a metterci mano.


***


C'è Scientology, rientrata nella mia vita in maniera prepotente, per un errore tanto grave quanto banale. Una manica di delinquenti, che fanno leva su sentimenti quali il sospetto, la rivalsa, il desiderio d'essere vincenti. Ma il sospetto, prima di tutto.


Offrono strumenti per essere vincenti. Non tutti subito, sia chiaro. Un passo alla volta, perchè mica si possono capire tutte le verità in una botta sola. Allora, per essere vincenti, dicono, devi imparare a capire chi attorno a te sta mentendo, sbagliando, tramando: chi ti vuol fottere e chi ti vuol ferire, per gusto o interesse.


E allora cominci a segnarti tutti i discorsi che fai con le persone che hai vicino, le parole che ritornano e le parole che vengono usate solo una volta, mai per caso. le cose che fanno, i posti dove vanno e le persone con le quali parlano. Allora inizi a fare caso a quando uno si tocca il naso, si gratta la testa, accavalla le gambe, rotea gli occhi, sbuffa, si scaccola, trattiene una risata o una scoreggia. Quando uno si ammala, quando l'altro gli vien la cacarella e quando quell'ultimo si rompe un braccio o fa un incidente.


E inizi a perdere il senso d'insieme, il senso di comunione, il senso di attaccamento: sei sormontato da milioni di dettagli che montano e montano e montano, fino a sommergerti di indizi che credi di mettere a posto secondo un filo logico tutto naturale e invece è l'unico filo logico possibile - quello della tua paura più profonda: le persone che hai attorno intendono abbandonarti, possibilmente fregandoti.


Per questa cricca di psico-delinquenti, il primo passo è individuare una frattura nel tuo animo, una paura. Il secondo è instillarti il sospetto che quella non sia una paura, ma una realtà. Punto di appoggio e leva. Paura e sospetto, ben orchestrati e mascherati. E questo porta all'inevitabile collasso delle relazioni, tanto amicali quanto familiari.

E ti convinci che la vita è una gara, e che devi dimostrare di arrivare dove gli altri non si aspettano. E che devi dimostrare che gli altri falliranno.

Quando invece gli altri sono lì che ti vorrebbero al loro fianco, così come sei. Per amarti e mettersi in discussione con te.


E' come l'anello di Frodo: dagli enormi poteri, che logorano l'anima di chi lo usa, fino a fargli cacciare il migliore amico, convinto che si sia pappato di nascosto tutto il Pandivia. Senza rendersi conto che Gollum si sta fregando le mani...


***


C'è che ho preso il coraggio a quattro mani e ho detto ad una certa persona che la ritengo un vero e proprio punto di riferimento. E che per questo non mi verrà facile misurarmi con i problemi che abbiamo avuto nella nostra fallimentare esperienza di coppia. Non è esattamente quello che si sarebbe voluta sentir dire, ma credo fosse importante farglielo sapere.


Perchè un punto di riferimento vuol dire qualcuno con il quale vuoi confrontarti, del quale sei desideroso di avere un'opinione, per poi scontrarti, discutere, cercare di fargli cambiare idea o anche no, approfondire, litigare magari.


Qualcuno di cui avere fiducia. Anche quando si sbaglia, anche quando ci si metterebbe le mani nei capelli per le cose dette o non dette, fatte o non fatte. Di cui fidarsi, di pancia, a pelle, senza alcuna riserva. Al di là degli errori.


Perchè avere un punto di riferimento significa avere qualcuno con il quale aver voglia di condividere qualcosa, che sia un'opinione, un'esperienza personale o un momento professionale, e poi ritornarci sopra e trarne qualcosa. Per quanto bella o dolorosa sia quell'esperienza.


Un punto di riferimento è qualcuno davanti al quale non hai preoccupazione di farti vedere perdente o vincente, ma sempre e solo come sei. Per metterti, e mettervi, in discussione.


E se con questo qualcuno hai avuto una storia d'amore che faceva acqua un po' dappertutto , beh... la cosa è importante in sé, ma può creare qualche disguido tecnico di comprensione e gestione...


***


C'è che al lavoro stiamo progettando come dei matti, e che ho la sensazione - condivisa nella Sala Acquario - che noi si stia scalando a grandi falcate la Scala dell'Autocoscienza professionale. Avevo il sospetto che i confini dell'Educazione ambientale mi sarebbero stati stretti, prima o poi. E sono contento di avere come guida e partner qualcuno in grado di lasciarmi abbastanza libertà per spararle grosse e abbastanza polso da tirarmi coi piedi per terra quando esagero. certo che la soddisfazione del lavoro ben fatto nelle ultime due settimane aleggia palpabile in ogni angolo dell'ufficio.


***


C'è che il cuore è sempre là... col broncio... perchè resta in disparte.


***


C'è che è la Festa di Liberazione. E il Re del Ferro e del Fuoco non passerà a trovarmi, per tutti i suoi motivi. E questo mi rattrista.


***


Resta la Festa di Liberazione, però.

E vanno ricordati i morti, e vanno ricordati vivi, come dice un amico fotografo. Per quello che hanno fatto, per i motivi per i quali l'hanno fatto: da una parte e dall'altra. Per ribadirne le dovute differenze.


E si festeggerà, con chi ha scelto di condividere una giornata, si spera, di sole: tra una canzone partigiana, una salamella, una bottiglia di rosso, e una bella discussione accesa sull'eredità della Resistenza.




1 commento:

Anonimo ha detto...

porca vacca se scrivi bene..soprattutto quando le cose che leggo son quelle che penso da tanto e forse dovrei aver il coraggio di dire a che un po è stato brutale..ma che resta un punto di riferimento..almeno per me!
qualcuno che mi manca e forse non tornerà mai nella mia vita...
grazie di avermi dato i tuoi pensieri e fatto chiarire i miei..non so se lo farò ma sapere di non esser soli a pensarla così...bhè aiuta!! grazie
lalupessa