"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


domenica 2 novembre 2008

Palato allo zenzero




Me ne resto seduto come un cowboy in disarmo. Il cappello appoggiato sulla coperta, accanto ai piedi. Il fuoco che scoppietta sotto la tolla dell'acqua per il caffé. Il caffé è speziato, allo zenzero secondo me: ma lo fanno lontano, dove la pelle è scura, e dove la magia corre a gambe levate davanti alla danza e alla musica sincopata dei tamburi di pelle. Lo bevo un poco alla volta, mi brucia la lingua e mi zenzera il palato.

Il ginocchio ha deciso di prendersi una vacanza.

Ieri camminavo per la Città dei Vicoli, sottobraccio ad amori passati che non sanno mai bene se prendermi a sberle o riempirmi di baci. Camminavo per la Città dei Vicoli ad incontrare volti e strette di mano, pacche sulle spalle e meraviglie della scienza. Camminavo soddisfatto per tutto quello che altri sono riusciti a fare, mortificato perchè lo avevano fatto senza di me. Camminavo e camminavo. E avvertivo un qualche lamento dalla mia fedele articolazione. Ma sono settimane che mi parla e non l'ascolto.

Questa mattina, ho aperto gli occhi su un soffitto non mio, e fresco dell'ospitalità di nuove amicizie ho sollevato le coperte al ritmo della sveglia, saltando dal letto direttamente nelle braccia di una giornata di sole e fiume. Ma il ginocchio non c'era più. Si era licenziato nella notte. Così sono franato sull'anta di un armadio in legno massello. Con buona pace dell'ospite.

Allora ho impacchettato la mia voglia di fiume, sono tornato nel vecchio Borgo dei Galli, direttamente dagli spaccaossa d'emergenza. SetteGiorniSette di riposo, con le stampelle. Poi visita dall'Uomo Medicina che guarda nelle ossa, per vedere in che condizioni di stress è il mio menisco. Per decidere se mandarlo in pensione definitivamente o rimetterlo in piedi in qualche modo.

E intanto penso alle uscite nei boschi di questa settimana, ad una donna lontana che non sa se scegliere me o le terre infinite dei caffé speziati, ai cuori spezzati che cerco di tenere assieme con qualche coccola e tanto cocciuto affetto, a qualche amore passato mai troppo dimenticato, al mio gemello non fratello dalla Piramide di CollinaScura e al suo trasloco, alle persone amiche che per fortuna ci sono anche quando sono lontane e che quando sono con te, diamine quanto le senti vicine.

Intanto il fuoco crepita, la coperta mi scalda, il ginocchio mi saluta.

E il caffé mi zenzera il palato.


3 commenti:

Alessandra ha detto...

E' proprio l'annata delle ginocchia...
Dai che il 2008 finisce. Speriamo finiscano anche un po' d'intoppi.
Ehm..se ti servono accessori o dritte..di articolazioni sifule ne so!

Tom ha detto...

Grazie PG... sei un tesorino come sempre ^_^

Mi sa che avrò bisogno un tutore, o qualcosa del genere: mi hanno detto di camminare con le stampelle... ma mi ci vedi nei boschi, con le stampelle???

Alessandra ha detto...

Ehm...proprio no.
Fai come facevo io: in discesa cammina all'indietro! Vedrai come ti seguono i bimbi: fate la tribù dei gamberi!