In questa stanza non metto piede da un bel pezzo. Non so: credo mi facesse paura. Credo mi faccia paura tutt'ora. Una paura che ha coperto di polvere i pensieri e le parole, donado a tutto un significato diverso da quello che aveva.
Oggi, però, da fuori arriva la musica del piano della ragazza di fronte, e sotto la musica sento il vento e il sole che scaldano l'aria, appena fuori dalle tende del balcone. E il respiro profondo che faccio è nuovo. Mi mancherà questo balcone. Quando non sarò più qui. Quando un'altra casa accoglierà i miei passi. Quando altri scaffali accoglieranno i miei libri. Quando un altro balcone accoglierà le mie occhiate alla luna, le mie invocazioni alle nuvole. Mi mancherà questo balcone. O forse no.
Oggi, in questa stanza non torno per far via la polvere, ma per scriverci dentro. Per affondare le dita in quella polverosa paura che ho lasciato a ricoprire pensieri e parole. E scavandola via, la mescolerò coi colori dei giorni a venire e la restituirò al mondo che me l'ha consegnata: una paura trasformata, una paura diversa. Mi mancherà quella paura. O forse no.
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