"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


martedì 19 aprile 2011

MoMo




MoMo è la mia innamorata. MoMo ha il cuore imbiancato dal sole, intrecciato con volute di nuvole, ricami di vento e pizzi di pioggia. MoMo è di quelle che se fossero una foglia, sarebbero una foglia di quercia in primavera: un verde smeraldo, chiaro e trasparente tanto da poterci vedere le dita attraverso, quando le carezzi. Un verde smeraldo che spicca nel folto bosco e attira la luce come un forno solare. MoMo si chiama MoMo perché la chiamo sempre amore due volte: così abbrevio e frizzo, che lei è tutta contenta. Anche se in mezzo alla folla, quando la chiamo MoMo si giran tutti tranne lei. MoMo ha i capelli di rame brunato e gli occhi nocciola: né agli uni né agli altri sfugge nulla. MoMo è un folletto, una tigre, un mosaico, una colonna corinzia, un intarsio a mano. MoMo è la mia innamorata. E quando veste le mie felpe, nel fitto dei boschi, sembra capace di salire sui rami più alti col più lieve dei balzi, e sparire all'orizzonte, saltando tra le fronde. Salvo, poi, tornare all'improvviso a chiedermi conto del verso dei picchi e delle parole degli alberi.


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