"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


domenica 22 agosto 2010

Mille parole da ritrovare





Avevo mille parole meravigliate per descrivere le ultime due settimane.

Gli odori della terra scottata e degli arbusti bruciati dal sole; i colori bianchi e ambrati delle rocce e i disegni dei faraglioni; i rumori sordi delle grotte e gli spruzzi gelati del mare; la pelle liscia e abbronzata; le mani strette e indiscrete; i baci rubati e quelli negati; le parole attese, quelle mai dette e quelle di sottofondo; i legami intrecciati, quelli da interpretare e quelli accettare; la difficoltà ad imparare a non far niente e quella di ricominciare a fare qualcosa.

Ne avevo mille e più di parole. Ma le ho perse. O semplicemente accantonate.

Mentre le cerco in mezzo all'umore scuro nel quale mi trovo catapultato oggi, e le scovo seguendone il luccichio profondo e inconfondibile - come quello di una stellina d'argento - , mi sento di consigliarvi altri tre titoli che mi hanno accompagnato in questo viaggio verso Sud:

- I Quattro Fiumi, opera a fumetti firmata dall'inconfondibile Vargas e da Baudoin. Per chi conosce Adamsberg e ama i romanzi grafici. Sicuramente da non leggere senza aver prima letto gli altri titoli della Vargas: non lo si apprezzerebbe abbastanza.


- Servi, di Marco Rovelli. Un reportage di viaggio e denuncia nel mondo dei clandestini, con le parole dei clandestini: schiavi novelli per quella parte d'Italia che non conosce - o non vuole conoscere - altra via alla concorrenza che lo sfruttamento becero di macchinari umani "usa e getta". Da Sud a Nord, dalla camorra alle leggi dello Stato, dai possidenti terrieri ai piccoli imprenditori.


- Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, di Mark Haddon. Un titolo improbabile per un racconto altrettanto improbabile: l'immersione totale nell'esperienza e nell'emotività schietta di un ragazzino autistico, incosciente e dannatamente amabile.



Voi leggete, io seguo la stella e ritrovo le mie parole.


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