"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


venerdì 8 gennaio 2010

Passaggi e paesaggi







Ancora una volta, l’anno vecchio si sedeva al limitare del bosco e passava al nuovo la sua tracolla, ricolma di promesse ancora fresche.

La carovana aveva trovato un buon posto dove sostare, le genti avevano trovato selvaggina per conciar pelli e cucinare, e pareva che i giovani stessero mettendo da parte alcune delle ritrosie e delle arie che si erano dati all’inizio del viaggio, e avessero cominciato a fare la corte alle fanciulle del campo.

La neve certo non facilitava le cose, anche se rendeva tutto assolutamente più romantico. Lavarsi era parecchio fastidioso, ad esempio, ma con il fiume gelato i ragazzi portavano le fanciulle sulle rive innevate e le invitavano a sentire il rumore dell’acqua che scorreva ancora: se poggiavano la mano nuda sulla superficie, per qualche secondo, ne sentivano le vibrazioni sul fondo. E le ragazze ritiravano le dita scaldandosele col sorriso e le guance rosse.

La carovana era in viaggio da molto, e i padri e le madri non avevano idea di dove i loro vecchi volessero condurla. Ma i vecchi sembravano sapere dove stavano andando, e cantavano la strada richiamandone i punti di riferimento con le loro voci profonde e levigate. Ogni tratto di nuovo cammino era scandito dalle loro parole, dai loro volti e dalle loro mani, rivolte ad indicare questo albero contorto o quel versante rosso della montagna: la via era segnata, i volti del mondo gli sorridevano. Sarebbero tornati per poi ripartire.

La notte, i fuochi del campo illuminavano di giallo e oro i tetti dei carrozzoni, disegnando a terra larghi cerchi di terreno senza neve. Lì attorno le madri e i padri si raccoglievano, stanchi ma contenti: le prime buttavano della paglia in terra e i secondi accordavano gli strumenti. I vecchi richiamavano giovani e fanciulle. E la musica cominciava al passo delle danze, o le danze incominciavano al passo delle note.

L’anno nuovo era cominciato, infilandosi la tracolla e voltandosi per riprendere il cammino.



1 commento:

O.P. ha detto...

Caro orso puzzone,
come va?
Firmato
l'altro orso puzzone.