"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


venerdì 13 marzo 2009

Toccato il fondo...







Belli, scalpitanti, forieri di verità semplici e idee affilate.
Sono idoli da venerare sulle paginette patinate dei magazine per teenager.
Sono i neofascisti di Top Girl.
Sono ragazzini e ragazzine immortalati in pose da divi, che portano in bocca parole dal peso storico devastante come se le avessero trovate ieri nell'uovo di pasqua.


Invasati come solo i ventenni di oggi possono essere, in questa Italia nella quale quando hai venti anni o credi al menefreghismo o ti dai alla borsa o ti metti in mano alle sette o diventi estremista.
Sono giovanotti con un'etichetta addosso, che riparano ai torti subiti scagliandosi contro il mondo alla ricerca di un muro: che li schianti, forse, che li sorregga, possibilmente.


E il guaio grosso è che sono di moda. Che qualcuno, in qualche becera redazione milanese, ha pensato che potessero fare scalpore e fare breccia. E vendere.
E il guaio è che sta vendendo. Non soltanto a chi non ci crede, e acquista il fascicoletto per avere la prova provata di tanta leggerezza e mancanza di buonsenso. Ma anche a un sacco di ragazzine in più del solito, attirate dalla forza devastante di un messaggio unico, chiaro, semplificato.


Ho sempre detestato il Rasoio di Ockham, e vedere che questa Nazione sta chinando il capo davanti alla sempificazione storica, alla semplificazione sociale, alla semplificazione culturale, mi da semplicemente il voltastomaco.


E, diamine, i neofascisti di moda su Top Girl sono veramente il fondo del fondo del barile della pericolosa banalità quotidiana.

Meno male che le lettere di protesta non si sono fatte aspettare, tanto sul forum della rivista quanto sulle pagine del mensile.





3 commenti:

Anonimo ha detto...

a me mette tanta tristezza...spero tanto ci sia sempre chi non ami esser alla moda...ma so che i veri valori qualcuno non li incontra mai..altri se li vedono crollare addosso..all'improvviso
lALupEssa

Anonimo ha detto...

A cosa ti riferisci in particolare? A "anale e orale: che rischi ci sono?" o a "capelli: accessori glam"?

Tom ha detto...

Bah, non credo il problema sia essere alla moda o meno.

Il problema è che cosa è alla moda, oggi...

E il problema è aprire una discussione sui valori, che renda l'idea della struttura complessa che si nasconde dietro un "valore".

Il problema è non banalizzare (non confondere) la comunicazione con i proclami, che impediscono la riflessione perchè tanto comodi e pronti all'uso.

Il problema è avere quindici/vent'anni e accorgersi, con l'istinto, che non si può vivere senza regole condivise, e annaspare aggrappandosi alla prima sponda pronta che si trova, perchè nulla nella scuola o nella famiglia assomiglia ad una regola condivisa e condivisibile.