"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


giovedì 11 dicembre 2008

Turbinando









Preso tra gli affanni della vita solitaria, mi rendo sempre più conto di quanto il tempo mi sfugga sotto il naso, infilandosi nella sciarpa, tra le pieghe del cappoto, come una sbuffata d'aria fredda ingrata e certosina.



Stanno filando bene, queste giornate di vita vissute un po' come essere adulti , ma non troppo.



Filano via veloci tra una balena in legno e qualche bastone magico, lavorati e levigati in serate solitarie passate a rivedere vecchie glorie come Moby Dick, LadyHawke, La Cosa e i succulenti 26 episodi di Cowboy Bebop. Che tanto non stancano mai.



Filano via con la ruvida carta vetrata tra le mani, e il legno liscio sotto le dita, e la polvere profumata sparsa un po' sui pantaloni e un po' tra i capelli.



Filano via veloci tra una riga di Potter ed una di Nietzsche, che si mescolano amabilmente tra pensieri un po' apocalittici e un po' farfalloni, in quelle domande tutte interiori che vagano tra Chi sono io? e Avrò mica bisogno di coccole?



Filano via come il Rhum, che dalla cambusa mi passa tra le mani e lo vedo finire nelle casse degli artigiani e commercianti sotto casa: barbieri, ortofrutticoli, alchimisti, focacciari...



Filano via che tra una dichiarazione d'amore coi fiocchi (di neve) e una di amicizia con le palle (di natale), ricevo più affetto che un bambino nella culla, non sapendo bene che cosa ridare in cambio, se non quello che sono.

E il punto è che non lo so più con certezza. Da un po'. Che il vento soffia da un pezzo, tanto che anche i muri iniziano a gemere.


Perchè le giornate filano via, ed io, con loro, sono in mezzo al turbine.

Bisogna portar pazienza.
E continuare a scavare.

Ancora per un po'.




1 commento:

Anonimo ha detto...

Per la cronaca, io ho scoperto cosa sono. Incredibile a dirsi, sono quello che pensavo da piccina:una (futura) traduttrice di libri. E sono taaaanto contenta. E a parte questo week end che sono in terra francese dobbiamo proprio accordarci su una bella cenetta, non trovi? che palle rimandare sempre! baciu* Aria