"Le storie servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come le poesie e la musica, come il teatro e lo sport... Servono all'uomo completo e, vorrei aggiungere, a completare un uomo."
Gianni Rodari


giovedì 20 maggio 2010

Nomade è chi lo nomade fa!






Avendo un'indole inquieta e sempre alla ricerca di radici, i nomadi hanno fatto una scommessa. Importante per qualcuno, imponente per altri, azzardata per altri ancora.

La scommessa prevede di non levare le tende per un pezzetto di vita da un certo fazzoletto di terra, stretto tra sei o sette laghi, un paio di fiumi, qualche bel colle e una pianura di risaie e zanzare.

E non solo: durante questa radicata e inquieta ricerca, in quella terra d'azzardi vorrebbero anche infilarci le mani, e provare a cavare sangue dalle rape, trasformare il piombo in oro, sfornare ciambelle senza buchi.

Visto il salto di paradigma verso il radicamento, sarà bene immaginarsi un altro nome, un altro modo di raccontare, un altro modo di vedere le cose... o forse sarà sufficiente mantenersi nomadi dentro?



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3 commenti:

D-gong ha detto...

Caro Tommaso,

ma non potresti parlare in modo chiaro almeno una cazzo di volta? Tipo, io tra il 7 e l'11 giugno discuterò la tesi specialistica. Te lo dico e basta, non è che scrivo "il dugongo di terra presto andrà alla Scuola dei Dugonghi per dimostrare alla comunità pinnata che è ormai pronto a brucare alghe per suo conto, senza che più l'Anziano Coda-A-Pala gli indichi le praterie più fertili e lo metta in guardia dalle perniciose Alghe-del-Cagotto". Suvvia! A bientot.

Tom ha detto...

Vuoi mettere la goduria di pensare alla tua faccia pallata mentre cerchi di decifrare quello che scrivo?

Suvvia!

D-g ha detto...

Vatti a fidare dei marinai di foresta.