
Tra una doppia discesa in gommone, una visita alle miniere d'argento e un pic-nic in cima al mondo, gli ultimi due giorni sono volati via. Il campo domani finisce e paradossalmente la ciurma ha trovato il suo equilibrio.
Sono stati due giorni difficili, pieni di litigi e dispetti - in pieno dodicenne style. Mi sono dovuto mordere la lingua più di una volta, e confesso che un paio di altre volte non ci ho nemmeno pensato: sfoggiando lo sguardo Ahab più rabbuiato che potevo o optando per le urla di un Capitan Uncino collerico e sbragato.
Ma alla fine la ciurma ce l'ha fatta. Da qualche ora si sono riuniti tutti senza insultarsi, hanno cenato ridendo senza tirarsi l'acqua addosso, hanno cominciato a fare assieme la corte alle francesi (Lisa, quella con le tette grosse, è la più gettonata - neanche a dirlo - anche se Mirianna, la mulatta, le ruba il palcoscenico non poche volte).
Assieme giocano a ping pong sotto il vento imperterrito. Assieme hanno ripulito il ciarpame che hanno lasciato nella dispensa e nelle tende. Assieme hanno sgonfiato il gommone e lo hanno preparato per chi verrà domani al posto loro.
Assieme, al tramonto, si sono stesi nel gommone a disegnare le nuvole - trovandoci maiali con le gobbe, cani rampanti, draghi sputafuoco, enormi simboli fallici, barche, clown, mucche, seni giganteschi, tori arrabbiati, bambini a gattoni e mille altre cose adorabilmente inverosimili.
Saranno state le urla, i litigi, gli scherzi e le strigliate, sarà che sono marinai dodicenni, sarà che fare da unico equipaggio - volenti o nolenti - ti costringe a ragionare in sincrono. Sarà, sarà, sarà... Tanto basta per dire che stasera è una bella sera.
Una di quelle nella quale si respira l'aria della fine campo: quella strana nostalgia decisamente estiva di quando hai dodici anni e passi sette giorni stretti stretti con qualcuno che non hai mai visto prima e inizi a conoscerlo "davvero": magari esagerando, magari innamorandoti dell'unica ragazzina della ciurma, magari instaurando un'amicizia che altrove nel tempo e nello spazio non avrebbe mai attecchito.
Quella strana nostalgia decisamente estiva di quando hai dodici anni e sai che domani l'avventura finisce.
E allora desideri solo di stenderti in un prato con le teste dei tuoi amici vicine vicine, a guardar le stelle e raccontare della francese che voleva baciarti, però domani riparti...
2 commenti:
amarcord... al femminile, of course, e ci aggiungo l'odore di fumo sui vestiti e sui capelli - niente docce, solo il fiume - e la sensazione strana e brutta del pavimento duro sotto i piedi, rientrando infine a casa.
^_^
come ti capisco!
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