
Il giovanotto se ne stava con la spalla appoggiata allo stipite della porta. Al di là del portico, la neve cadeva lieve ma imponente, e il silenzio se ne restava aggrappato al vento come la panna sulla cioccolata, a galleggiare di dolcezza.
Quella neve non era del tutto inaspettata, ma gli riempiva il cuore. Non avrebbe preso il cavallo per andare giù al fiume, quel giorno. L'incontro con tutti gli altri marinai di fiume era saltato e, perdio, con tutta la legna che aveva ancora da tagliare dietro casa, sapeva che quella neve era una specie di benedizione.
Aveva una giornata in più, donatagli chissà da chi, arrivatagli chissà da dove. Però era lì. E lui la contemplava con la spalla appoggiata sullo stipite della porta, un piede che incrociava l'altra gamba e in mano una tazza di scura e fumante dolcezza. Mentre il mondo s'inondava d'un bianco silenzioso.
Staccatosi dalla porta e appoggiata la tazza, il giovanotto si sistemò il cappello, alzò il bavero della camicia, e si guardò le mani. Era ora di cominciare.
Prese l'accetta, fece schioccare gli stivali sul portico e si diresse in legnaia.
1 commento:
Vedi che poi, tagliando la legna fuori al freddo, quel bel giovanotto si è preso la febbre..
;)
labi
Posta un commento