
Questo pomeriggio ho accompagnato una delle ragazze della Ciurma in biblioteca. Andandoci a piedi, nessuna delle altre ha voluto aggregarsi. Così, mentre lei riconsegnava i libri, io ero libero di girare in giro.
La biblioteca è una di quelle traditional-chick, con il wi-fi always-on ma ricavate all'interno di un vecchio pigiatoio francescano, con tanto di torchio medievale da 8-metri-8 ricavato da un unico tronco di quercia. Che nemmeno quello di Santa Caterina del Sasso.
Insomma, è una biblioteca di quelle nelle quali passerei le ore, i giorni, le settimane pure, se solo ci fosse un po' di moquette a terra e un paio di cuscini per appisolarsi tra un capitolo e l'altro.
L'ultima novità è che si sta istituendo l'angolo del book-crossing: tutte le persone che vogliono passano dentro e lasciano giù libri che non usano o non vogliono più. Manna dal cielo!
Mi sono fiondato e ho spulciato. Trovando un anonimo "As Time Goes By - Intant che 'l temp al passa": raccolta di poesie in dialetto novarese con testo a fronte in italiano di una certa Gianna Savoia Agostini.
Apro a caso, e leggo:
"Cernobil"
Cèrnobil: "èrba nera".
Un nom ch' al disa tutt.
Ma 'st'érba spantegà
par l'incuscénsa 'dl'òm
l'è dré ch'la massa 'l mund.
Che ròba lassaruma
ai fioj ch'i vegnaran
quand legiaran che i prà
'na volta éran beì vérd?
e po, guardand i quadar
lassà di grand pitur
i vedaràn che i fiur
gh'avévan cént e cént e cént culur?
Coi tempi che corrono, potevo forse lasciarlo lì?