
C'era nell'aria un profumo strano. Era qualcosa che somigliava all'umido dei funghi, quelli buoni da mangiare, o all'umido della pioggia, quella buona da ascoltare, o ancora al gonfiore delle nuvole, quelle belle da vedere. Era un profumo tutto autunnale, di quei profumi che a toccarli avrebbero ricordato capelli lunghi e vispi, raccolti in trecce e riccioli. Era un profumo accogliente: faceva pregustare qualcosa di buono che sarebbe stato pronto di lì a poco. Era un profumo tutto suo, simile a mille altri e diverso da tutto. Come di una piccola storia d'amore che cresce, silenziosa e spugnosa, nel sottobosco di una vita e si arrampica sui giorni: con la dolce pretesa di distillare pioggia e sole in egual misura, goccia dopo goccia.
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